Monastero Santa Chiara
Il monastero di Santa Chiara nacque nel 1602
nell'abitazione dei ricchi coniugi di origine
palermitana Tommaso e Agata La Bruna. Una rendita,
ad essi pervenuta, permise di ospitare nel collegio
di clausura, senza che versassero somma di denaro,
dodici fanciulle del loro stesso ceto. Dal 1607
iniziarono i lavori di ampliamento del monastero che
si estese fino alla zona di S. Pietro.
In seguito alla conferma del Papa Paolo V, in quello
stesso anno, il monastero ebbe legale
riconoscimento. All'espansione dei locali del
monastero collaborò nel 1816 Felice Spitaleri,
vendendo una cara ereditata dal barone Don Vittorio
Rametta, si costruì una Chiesa e un nuovo monastero
che ospitava delle fanciulle consacrate al servizio
di Dio.
La prima abbadessa fu Suor Agata La Valle. La Chiesa
non era ricca di statue né arredamenti vari; le mura
erano semplicemente intonacate e prive di qualsiasi
decorazioni o stucchi; solo l'altare centrale,
dedicato a Santa Chiara, si presentava arricchito di
decorazioni; nell'anno 1812 in suo onore il maestro
Orazio Isaia costruì un'elegante vara. La Chiesa
aveva di già un coro per le preghiere delle monache.
In seguito, con le leggi eversive del 1866,
l'edificio toccò al comune che lo adibì in caserma e
per uffici pubblici.
Nel 1887 le Suore Clarisse furono costrette ad
uscire dal monastero e ripararsi in quello di Santa
Lucia. In seguito all'epidemia di colera che nel
1887 colpì Adrano, la Chiesa ospitò i malati per
essere curati ed assistiti, compiendo in tal modo
opera di misericordia.
Nel 1905 la Chiesa ebbe il rettore Padre Angelo La
Naia. Quando nel febbraio del 1903 Leone XII
decretava la solenne incoronazione dell'immagine di
Maria Ausiliatrice a Torino, ovunque si propagò un
nuovo entusiasmo e un nuovo slancio d0amore verso la
Vergine SS.. Due anni dopo uno dei raggi
dell'aureola di gloria della Santa Vergine venne a
posarsi su Adrano, illuminandola di una nuova luce
di fede; e nel novembre dal 1905 Maria Ausiliatrice
fece la sua entrata ad Adrano in mezzo ad un popolo
osannante.
La statua, insieme a quella del Bambino Gesù, fu
posta sull'altare maggiore e i fedeli vollero che si
facessero due coroncine d'oro, con le donazioni del
popolo.
Esse furono poste sul capo delle due statue. I
bombardamenti della 2^ guerra mondiale distrussero e
rasero al suolo la Chiesa, restò intatta solo la
cappelletta dell'Ecce Homo e tra le macerie furono
ritrovate le coroncine d'oro della Madonna e del
Bambino. Il sac. Salvatore Guzzardi, rientrando in
paese dopo il bombardamento e trovando la Chiesa
distrutta, promise alla Madonna di ricostruirla
nello stesso posto con il ricavato della vendita
delle sue proprietà. La promessa fu mantenuta, la
Chiesa ricostrita ed inaugurata con una festa
solenne il 24 maggio con la partecipazione di una
grande quantità di fedeli. La cerimonia venne resa
più solenne dalla presenza di vescovi e alti
rappresentanti della congregazione salesiana.
La Chiesa di Santa Chiara prospetta su piazza M.
Ausiliatrice, ma è inserita in quel contesto di
elementi architettonici che prospettano su piazza
Umberto. Il suo prospetto come il suo interno sono
di recente costruzione. Il portale della Chiesa è
più elevato rispetto alla strada, e si arriva ad
esso per mezzo di una scalinata.
La parte bassa è costituita da una zoccolatura in
pietra lavica, e quindi da un'alternanza di fasce di
marmo bianco e nero. La parte superiore è costituita
da una grande nicchia dove alloggia la statua di M.
SS. Ausiliatrice, nella parte bassa vi sono cinque
piccole nicchie dove sono collocate altrettante
statue di santi e nella parte alta della statua di
M. SS. Ausiliatrice vi sono fregi, piccole logge e
cornici di vario genere. Un grosso frontone chiude
queste due parti, e dà inizio al campanile, dove
sono ubicate altre quattro nicchie e un orologi.
All'interno la Chiesa è di modeste dimensioni, ad
unica navata, riccamente decorata di stucchi. La
volta è a botte lunettata.