La Storia del Rosario - 4
Ogni
albero buono dà buoni frutti (Matt. 7-17)
Si crede opportuno non
tralasciare in questo notiziario qualche accenno dei frutti
dell’Opera del Rosario. I migliori frutti sono i ministri di Dio,
che hanno avuto la sorgente della loro vocazione ai piedi della SS.
Vergine del Rosario: sia questo ricordo l’occasione per incoraggiare
il loro spirito a perseverare nell’apostolato per la dilatazione del
regno di Dio:
Padre
Ambrogio Romano frate minore, venuto dal circolo S. Vincenzo
Martire, Chiesa Madre.
Santangelo Antonino, venuto dall’Oratorio festivo S, Nicolò Politi,
iniziato a S. Francesco (1924-1925).
Dell’Erba Salvatore – Rapisarda Rocco – Parisi Antonino – Russo
Salvatore – Santangelo Pietro – Costanzo Nicolò – Marcellino Matteo
– Pignataro Francesco – Branchina Antonino – Don Nicolò Milazzo
(salesiano, morto sotto le bombe a Messina nel 1943) – don Gulli
Giuseppe (salesiano) – Padre Carlo Lazzaro Salvatore (cappuccino) –
Padre Luca Giuseppe Scarvaglieri (cappuccino) – Padre Egidio Pietro
Scarvaglieri (cappuccino) – Reina Alfio – Santangelo Gaetano –
Currao Benedetto – Calambrogio Giuseppe – Calambrogio Leone – La
Mela Rocco.
Tra i frutti
buoni del Rosario si credo opportuno ricordare due anime che hanno
lasciato esempio di vita santa tra i compagni di associazione: un
sacerdote don Milazzo nicolò e un laico: Giovannino Alì.
Don Milazzo
Nicolò, salesiano; già al terzo anno di lettere presso l'università
di Catania, una sera venne in associazione con una strana notizia,
tutto giulivo disse: “Sono andato a Catania per informarmi sulla
data degli esami,ma poi ho riflettuto e sono andato dal Superiore
dei Salesiani per andare a far parte dei seguaci di S. Giovanni
Bosco- Questo fu l’inizio della sua nuova vita.
Non riportiamo le tappe
della sua nuova carriera, perché tutta la sua vita religiosa si
riassume nella sua fine eroica. Queste le notizie ricevute dalla
ispettoria salesiana Scula, ricavate da una relazione del Superiore
di don Milazzo – Messina 11-3-1944.
Posso dire che
don Milazzo presso questi parrocchiani, anche nel breve tempo
passato qui nelle assistenze degli ammalati nel confessionale e
nella predicazione lasciò impressioni indelebili di un sacerdote pio
e zelante.
Il breve tempo
qui passato fu un periodo di intensi bombardamenti. Invitato a
passare la notte nel vicino ricovero del seminario Arcivescovile,
preferì restare in casa con altri confratelli, dicendo più volte che
se piacesse al Signore, avrebbe offerto la sua vita per la pace nel
mondo. Si prestava con zelo salesiano per l’Oratorio ed i ragazzi lo
ricordanomolto bene. Il giorno 13-6-1943 don Milazzo stanco delle
fatiche parrocchiali, si sentiva poco bene e fu invitato a recarsi a
letto, ma egli per on incomodare un altro confratello, volle fare da
Suddiacono nella Messa cantata delle ore 12. Finita la Messa si mise
a letto. Nella notte di quel giorno alle ore 23 e 20, durante una
terribile incursione area una grossa bomba lo colpì in pieno e di
lui non abbiamo visto altro che i resti del suo corpo stroncato che
abbiamo raccolto religiosamente con il compianto sentito di tutti i
presenti. Due ore prima l’avevamo visitato e mostrava la serenità
della sua bell’anima e la rassegnazione a qualunque evento. Dio
esaudì la sua offerta come vittima innocente per la pace del mondo.
Ecco quanto posso scrivere sul caro Don Milazzo.
Don A. Li Pira-
Parroco.
Dopo un
sacerdote portiamo ad esempio della gioventù moderna un santo laico
nella figura di Giovannino Aliì. Ne ricaviamo la testimonianza degli
amici più intimi dello scomparso: Canonico Vincenzo Bascetta, suo
confessore; padre Giuseppe da Linguaglossa, suo ammiratore; Avvocato
Stefano Maccarrone suo intimo amico; Dott. Angelo Costa, presidente
dell’Associazione S. Cuore in quel tempo. Tali testimonianze furono
sintetizzate sul giornalino”Il Rosario” che in quel tempo veniva
diffuso in Adrano.
ANNO II nr. I
Gennaio 1938
“Voce di Maria SS.ma”
Ediz. 1.^
IL ROSARIO
Foglietto
Religioso Mensile
Dell’Oratorio
Festivo “Maria SS. Del Rosario”
Adrano (catania)
La vita di
questo foglietto è garantita dalle offerte dei fedeli
I Frutti
… Ogni albero
si conosce dal suo frutto … - Luca VI° 44
Nella
ricorrenza del 1° anniversario della dipartita di Giovannino Alì
alunno dell’oratorio e socio dell’Associazione di Azione Cattolica
S. Cuore. ---
Vi sono
delle anime che Dio nei suoi imperscrutabili disegni ha scelto
quali vittime per gli altri,
… Molti possono
testimoniare come ogni sera recitava il santo Rosario dinanzi al SS.
Sacramento, S. Comunione settimanale ed in tutte le ricorrenze
sacre, visita a Gesù Sacramento ogni giorno, ora di adorazione
mensile e durante le Quarantore. 13-31931 – Si manifestò un attacco
di pleurite, fu il principio del suo lungo e doloroso calvario, che
terminerà di ascendere il 20-12-1936. Anni lunghi di sofferenze
inaudite di dolori santificati e santificanti. Il suo volto angelico
sempre atteggiato a sorriso, lasciava trasparire la più completa
sottomissione alla volontà di Dio. Non un lamento, non un lieve
segno di disgusto contrasse mai le sue fattezze; da perfetto
cristiano abbracciava quella croce che gli veniva offerta così
prematuramente, con rassegnazione ammirabile. La purezza della sua
bell'anima gli dava la forza necessaria per resistere e vincere in
quel momento sì doloroso. Nell’estate de 1931 sembrava ristabilirsi,
ma sopraggiunto l’inverno, il suo stato si manifestò ancora
precario. Venne fra noi l’ultima volta per la chiusura del mese di
maggio, accompagnato a braccio dai più affettuosi; ritornato a casa,
si mise a letto, su quel letto che mai più abbandonò fino al giorno
in cui l’Angelo della morte, come un giorno l’angelo della oribatica
piscina, ordinò che lasciasse tutti e tutto.
Qante volte
desiderò ardentemente di rivedere il Rosario. Quante volte sospirò
segretamente al racconto dei compagni sulle piccole attività del
Rosario; quante volte
la mistica campana del Rosario gli strinse il cuore nella brama
insoddisfatta di rimirare, anche per l’ultima volta il sorriso
materno della Santissima Vergine del Rosario. La memoria di
Giovannino Alì sarà sempre presente in mezzo a noi perché fa bene
all’anima nostra. Riflettiamo. Dal 23 Agosto 1932 una paralisi agli
arti inferiori lo terrà immobile, di una immobilità assoluta, sino
al 20-12-1936. Racchiuso in un busto di gesso, supino, bisognoso
d’ogni più delicat aiuto, sta , Giovannino per tanti anni, notte e
giorno, d’estate e d’inverno, nei giorni di festa, di ricorrenze
nostalgiche e nei
giorni ordinari: non rimpianti, non lagnanza verso Dio, sorridentee,
spesso cantando lodi sacre, preghiere lunghe e parole di speranza
escono dalla sua bocca per gli amici, per i fratelli
dell’associazione, ma soprattutto per i congiunti dolenti e
accasciati. Se non c’è qui il dito di Dio, dove sarà mai? Se
Giovannino non è un santo giovane chi non lo sarà mai? Consideriamo
a lungo ma soprattutto imitiamolo.
* * *
Un mesto
ricordo segniamo in queste pagine per i nostri giovani rosariani,
caduti vittima della seconda guera mondiale fra gli anni 1943-45.
Tutti nei giorni di licenza venivano a salutare la SS. Vergine ed i
compagni, ma per gli inprescrutabili disegni di Dio, era per loro
l’ultimo saluto qui in terra, mentre il sorriso della SS. Vergine
sarà loro ricomparso più bello nell’eternità: La Venia Salvatore,
Valenti Antonino, Rapisarda Giuseppe, Valastro Francesfc di
Giuseppe, Ciadamidaro Pietro, Ciadamidaro Giuseppe, Lazzaro
Giovannino, Gaezza Alfino, Canciullo Gaetano.
Non avendo
voluto omettere queste note di mestizia, ricordiamo per ultimo altri
cari giovani passati all��eternità in varie circostanze: Fallica
Placido, Gurgone Giuseppe, Buscmi Gioacchino, Dell’Erba Pietro,
Agosta Matteo, Burzilla Pudduzzu, Cuffari Giuseppe, Di Cosimo
Giuseppe.
Dormono quel
sonno della pace che ogni giorno invochiamo dal Signore nella S.
Messa ma le loro anime sono al cospetto di Dio e della SS. Vergine
per l’eternità.
* * *
Dando uno
sguardo all’avvenire del Rosario accenniamo alla località Volta di
Raspo in contrada Feliciosa (
(immagine di
Volta di Raspo)
Non c’è mezzo
migliore per ricordare questo eroe della 1^ guerra Mondiale, che con
un’opera la quale vedrà lodato Dio e la sua SS. Madre da tante anime
desiderose di estendere il regno di Dio sulla terra.
In questa
località si è iniziata da tempo la costruzione di una chiesa, la
quale è stata completata con il contributo assegnato dall’Onorevole
Magrì quando era Ministro al Turismo. Per mancanza di altri mezzi
finanziari, ancora vi è soltalto tale fabbricato, nella speranza i
un avvenire più propizio.
* * *
L’Autorità
Ecclesiastica Diocesa, sua Eccellenza Guido Luigi Bentivoglio, in
riconoscimento dell’importanza dell’opera, con decreto del
21-11-1956, nr. 214, secondo il cancone di diritto canonico 1489,
innalzava la Casa del Fanciullo, “Maria SS. Del Rosario” in Ente
morale per l’assistenza alla gioventù, la stessa Autorità conferiva
la nomima di Presidente della “Casa del Fanciullo Maria SS. Del
Rosario” al canonico don Salvatore Guzzardi già da tempo Direttore
amministrativo del cinema Moderno.