Padre Pietro Sicurella
22 Marzo 2015 25° Anniversario della morte "du Parrinu" Nicolino Gurgone così ce lo ricorda ...
Non c'è Amore
ed Amicizia senza Gioia Tra gli
insegnamenti, non detti, ma
vissuti insieme al nostro caro Don
Pietro Sicurella, noi “ragazzi”
Rosariani, che abbiamo avuto la fortuna
ed il piacere di essere stati suoi
“fratelli minori” nell'età della
adolescenza, abbiamo introiettato questo
stile di vita: la
Gioia ed il Sorriso quali veicoli di
Amicizia e Comunione! Era molto
bello, su tali presupposti, incontrarsi,
stare insieme, condividere i vari e
molteplici momenti di vita e di
esperienza nell' Oratorio e perchè no
anche scontrarsi dialetticamente, quando
era necessario! Il volto
solare e sorridente di Padre Pietro
( u“parrenu” , come usavamo
confidenzialmente chiamarlo noi ), era
l'interfaccia di ogni relazione con lui! Egli, sulle
orme di quella pedagogia semplice, ma
piena di amore per i giovani del sempre
presente Padre Antonino La Mela,
coglieva ogni buona occasione per creare
o stimolare momenti ed esperienze di
gioiosa condivisione tra di noi ,
nell'Oratorio e con il mondo esterno! Amava
partecipare al gioco ed era frequente
vederlo scendere nel campetto di calcio
a giocare a pallone. Imbrogliava anche
un po', complice la veste talare sotto
cui spesso occultava il
pallone per mantenere palla,
e si produceva in improbabili
dribblings alla stessa stregua di una
ragazzo tra ragazzi! Stimolava e
curava con particolare interesse e
partecipazione la produzione di
spettacoli teatrali semplici, spesso
farseschi, in cui i ragazzi potessero
cimentarsi e confrontarsi con le
difficoltà della recitazione, ma,
nel contempo, di cui gioire allegramente
insieme e gustare i frutti gratificanti:
la buona riuscita ed i complimenti del
pubblico fatto di ragazzi, parenti ed
amici! Quanti
“Massaro Carmelo Trinnaschi” abbiamo
messo in scena!!! Il ricordo del bel
faccione allegro e divertito di Padre
Pietro, alle battute più gustose, è
ancora vivo e presente ai miei
occhi, così come anche i suoi
suggerimenti durante le prove o i
consigli per la scelta ottimale dei
ragazzi giusti a cui affidare i
ruoli piu' comici. Una volta ci
propose di studiare di nascosto uno
spettacolino un pò stucchevole che
stavano preparando le ragazze. Subito
dopo la loro performance, a sorpresa, ce
lo fece riproporre in forma farsesca con
noi in abiti femminili, nel ruolo di
improbabili donne con tanto di parrucca,
cappellini, barbe e baffi
compresi! Fu un successone! Dal
palco vedevo ridere a crepapelle con le
lacrime agli occhi le stesse
protagoniste che un attimo prima avevano
dato lo spettacolo! Voleva che
cantassimo in ogni circostanza e nelle
piu' svariate occasioni! E sì...! Il
canto connota uno stato di serenità
interiore e di gioia , non è adatto a
chi si piange addosso o vede tutto nero,
ecco perchè lui amava tanto il canto di
qualunque genere fosse! Cantavamo con
impegno e preparazione nelle liturgie (
Don Pietro ci “inoculò” l'idea del canto
a piu' voci ), ma cantavamo anche in
gita, cantavamo in campeggio, cantavamo
alle scampagnate o andando a trovare i
malati! Io a quei
tempi avevo sempre con me la chitarra;
era divantata quasi una “prolunga” del
mio corpo! Attorno a quelle sei corde ed
a me che le facevo risuonare, ruotava un
mondo di ragazzi che si univano e
dilettavano con il canto! Cantavamo le
cose piu' svariate nelle
circostanze piu' diverse e stavano uniti
in allegria! Mitiche le
stornellate di “u 'ntrallazzu” che ci
insegnò Padre Pietro! Erano degli
stornelli “personalizzati” che lui
costruiva quasi in estemporanea,
in cui con ironica, affettuosa e
mai malevola presa in giro, metteva
allegramente in risalto fatti, connotati
o caratteristiche peculiari di
questo o di quel ragazzo o ragazza che
fosse!!! Cantavamo col
riso sulle labbra la famosa “Canzone dei
paesi” anch'essa scritta da lui con la
simaptia e l'ironia che gli erano
propri, sulle note di un semplice
motivetto ! “ Cu è ca
veni 'i furasteri....e a Sicilia voli
vidiri.... su a Catania voli stari
scecchi motti s'a mangiari
..parapaponzipero parapaponzipo...”
questa è la prima
strofe che dà l'idea di quanto fosse
spassoso il resto! I campeggi
erano vissuti all'insegna del sano
divertimento, dello spirito di
adattamento, del servizio,
dell'allegria, della preghiera, dello
stare bene insieme....! Gli scherzi
non si contavano e spesso lui ne era
artefice...complice...primo tra tutti a
goderne! Un ricordo,
tra i tantissimi, era la sveglia
mattutina che spesso Don Pietro usava e
che ci metteva di buon umore: a pieno
volume, in camerata faceva risuonare una
delle scenette comiche di Tuccio
Musumeci e Pippo Pattavina, allora molto
in voga, tra le risate comuni e le
sottolineature dei passaggi più
gustosi!!! Questo stile:
l'ottimismo, l'allegria, l'ironia, il
buon umore, ci ha “segnati” al punto che
una cara amica, moglie di un Rosariano
della nostra generazione, diceva tempo
fa, che ciò che contraddistingueva in
maniera evidente i Rosariani della
nostra generazione da altri gruppi
parrocchiali era proprio l'unione
prodotta da quella sana allegria tutta
speciale...!
Molti aneddoti ancora e momenti di
allegria e gioia comune potrei
raccontare, anzi continuiamo tutt'oggi a
raccontarceli tra di noi “ragazzi” del
Rosario di un tempo ogni qual volta ne
abbiamo l'occasione, ma lo spazio qui è
veramente poco: continueremo a
custodirli gioiosamente nei nostri cuori
nella piena consapevolezza di
essere stati fortunati ad averli vissuti
con un “fratello maggiore” come
Don Pietro Sicurella. Egli con
leggerezza ed all'insegna della gioia
piu' semplice, ma profonda, ci
portava per mano sotto lo sguardo sempre
discreto, presente ed attento del nostro
“nonno” Padre Antonino La Mela che
viveva con noi in Oratorio, ma
principalmente sotto la Sguardo Materno
dalla nostra Mamma Celeste, che in
Chiesa ci vedeva entrare ed uscire, ci
vedeva fare i monelli, ci vedeva gioire,
conosceva e conosce tutte le nostre pene
e le nostre gioie! |
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