Breve di GIulio II

 

 

 

Il Pontefice Giulio Secondo, nell’anno quarto del suo pontificato, emette un Breve, dove risponde con il medesimo ordine della supplica fatta dagli Alcaresi:
       GIULIO II PAPA
Figliuoli diletti, Saluti e Apostolica Benedizione. Ci avete fatto esporre che certo Nicolao del Polito, volgarmente chiamato il Beato Nicolao, morto in una grotta vicino codesta vostra terra, voi, o meglio i vostri predecessori, avendo grande devozione verso di lui per la sua buona vita, prendeste il suo corpo con l’animo di collocarlo nella chiesa maggiore di codesta terra; indi mutato consiglio, lo collocaste nella chiesa disabitata ed esistente di S. M. del Rogato; ma affinché nessuno lo involi, volete ritornare al primitivo avviso e desiderate trasportarlo nella vostra terra e collocarlo in detta chiesa maggiore, anche con la celebrazione dell’anni-versario, sia nella chiesa citata come in quella di S. Nicolò lo cito, vicino la quale morì.
Pertanto ci avete fatto supplicare affinché ci degnassimo da parte Nostra a condiscendere, nella beni-gnità Apostolica, a questo vostro desiderio.
Noi dunque, proclivi a queste vostre suppliche, a voi, coll’aurorità Apostolica, col tenore delle presenti lettere, per grazia speciale concediamo e permettiamo che il suddetto corpo del Beato Nicolao volgarmente chiamato, dalla detta chiesa disabitata si trasporti nella vostra, e tanto in essa quanto nella predetta Chiesa di S. Nicolao, vicino la quale morì, si celebri a vostro beneplacido, convenientemente, liberamente e lecitamente e senza pregiudizio di alcuno, il giorno anniversario 17 Agosto.
Comandiamo in virtù di santa obbedienza a tutti i singoli gli ordinari dei luoghi, a cui compete, a ciò nella remozione, traslazione, collocazione e celebrazione su esposte direttamente o indirettamente, non vi molestino o inquietano, o permettano che altri vi molestino e vi inquietano, e ciò comandiamo con costituzioni e ordinanze apostoliche, non ostante qualunque cosa in contrario.
Dato a Roma presso S. Pietro, sotto l’anello del pescatore, il 7 Giugno 1507. L’anno IV del Nostro Pontificato.
Il dattiloscritto del prevosto Branchina di seguito ha la seguente nota: “Appena i due inviati ricevettero il Breve Pontificio, immantinente fecero ritorno in Sicilia e l’8 Luglio (cioè un mese dopo) ottennero in Pa-lermo, dal Vice Re Remondo Cardona, l’esecutoriale di detto Breve.”
Come il lettore avrà notato, i due incaricati impiegarono, secondo il Surdi, più di quattro anni per avere nelle mani il Breve. Racconta inoltre che i due, ormai sfiduciati, ritornavano in patria quando il Santo stesso, sotto forma di pellegrino, li invitò a ritornare a Roma, perché il Breve era già pronto.
L’amore appassionato degli Alcaresi nei confronti del Santo è stato riportato fin qui e sarà dimostrato più compiutamente in seguito. Anche le citate storielle sugli Adornesi sono un segno di questo loro attacca-mento al Santo. Un sentimento di possessività però si era inserito nella loro pur sincera devozione: questo ha ostacolato il diffondersi del culto e della conoscenza del Santo nella lontana sua città natale. Città natale, che, quando venne a conoscenza del Santo concittadino, scoprì in sé altrettanto desiderio di onorarlo con in-tensa devozione e amore.


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