Autenticazioen delle Pergamene
(Si riporta
questo documento, nella traduzione di padre Sidoti,
per il suo valore storico, nonostante la forma
alquanto contorta. Il testo originale in lingua
latina (e parte in italiano), si può consultare in
Salv. Petronio Russo, nella sua opera sul nostro
Santo – Vol. III, pagg. 126-133)
Noi Don Andrea Riggio, (per grazia) di Dio e della
Apostolica Sede Vescovo di Catania, su consiglio di
sua Maestà Cattolica, Conte di Mascali e Gran
Cancelliere della alma città degli studi della
stessa Catania, Cavaliere dell’Ordine Calatreve – al
presente ritrovandosi in questa città di Adernò in
corso di visita (pasto-rale) alle pie e alle devote
suppliche dei fedeli in Cristo, sempre, per quanto
possiamo, senza dubbio abbiamo acconsentito e al
loro desiderio salga, maggiormente ai santi che
felicemente vivono in cielo, con l’aiuto dei quali
vedono di potere conseguire la maggior parte dei
benefici sia del corpo e sia dell’anima, non
ritengono servire agli intefessi assalti e col quale
a quella per la quale prestano grata servitù al
Signore, verso quelli si rendono guide da venerare.
Come adunque poco fa a Noi fu consegnato un certo
libro, scritto in lingua greca, con una pergamena
tabulata, e per la longevità del tempo, pochino
tarlata, consistente in diciotto fogli, una volta
trovato nelle mani del Glorioso San Nicolò Politi,
con il quale era solito nel tempo di sua vita
elevare la preghiera a Dio.
E quindi fu conservato per molto spazio di tempo con
alcune altre reliquie di moltissimi altri santi in
un certo luogo decente nel venerabile convento dei
Padri Cappuccini nella terra di Alcara.
Il quale certo libro fu dato per conservarsi
all’Illustris-simo Don Giuseppe Spitaleri e Bertolo,
una volta Barone di Muglia di questa città di Adernò
nel mese di novembre dell’anno 1674 per mezzo del
Reverendo Padre Fra Antonio da Alì, allora superiore
di detto venerabile convento dei Padri Cappuccini di
detta terra d’Alcara in presenza del Reverendo Padre
Innocenzo da Alcara e di alcuni Padri dello stesso
venerabile Convento e don Mario Scalisi ora Canonico
della Matrice Chiesa Collegiata di questa città di
Adernò e di Antonino Morabito di questa predetta
Città, come meglio queste ed altre notizie su
chiaramente si conoscono della lettura tra le
scritture delle testimonieanze presentate nella
nostra Gran Curia Vescovile Catanese e per noi fatta
la ricognizione, il cui tenore tale è come di
seguito segue.=
=Gesù, Maria, Giuseppe, Nicolò=
nell’anno del Signore 1705 Indizione Terza nel
giorno ventidue di gennaio.
Sia noto a tutti coloro che leggeranno, vedranno e
parimente udranno la presente come io infrascritto
Padre Fra Innocenzo della terra di Alcara,
dell’ordine dei Cappuccini di San Francesco, di età
di anni cin-quanta circa, Lettore e professore di
Sacra Teologia, e Predicatore, al presente di
famiglia nel nostro Con-vento dei Cappuccini di
questa Città di Adernò, come per la delucitazione
della verità, essendo di famiglia nel nostro
Convento della terra di Alcara, nell’anno
milleseicentosettantaquattro nel mese di novembre,
l’illustre fu Don Giuseppe Spitaleri e Bertolo,
Barone di Muglia di detta città, spinto dalla
grandissima de-vozione, che portava verso il
glorioso Santo Nicolò Politi, oriundo di questa
Città, per cui a proprie spese in detta città,
secondo notizia, che ho potuto avere, nel luogo dove
nacque detto Glorioso Santo, costruì e ter-minò una
insigne Chiesa, dotandola di congrui beni, perché si
potessero riunire nella predetta chiesa non solo i
fedeli ma tutti i cristiani per lodare Dio e il
glorioso detto Santo Nicolò.
=E desiderando avere qualche reliquia di detto
Santo, si recò nella detta terra di Alcara, nel
sopraddet-to anno, e mese non solo per la
venerazione, ma anche per impetrare qualche reliquia
di detto Santo dal Ma-gistrato e dai magnati di
detta terra, sotto la cura dei quali e custodia
resta il corpo di detto Santo, che dopo molte
preghiere non potè ottenere.
=E venuto il detto Spitaleri nel detto nostro
Convento dei Cappuccini di detta Terra, ed ivi per
alcuni giorni sempre dimorando, come mostrava anche
con atti esterni, parlando della sua devozione, e
poiché par-tiva da Alcara con grandissima tristezza
dell’animo, e perché non aveva potuto ottenere la
detta reliquia.
=E un certo Fra Antonio da Alì, allora Superiore di
detto Convento di Alcara, volendo appagare la
de-vozione di detto Spitaleri, lo condusse nel luogo
ove si conservavano molte reliquie di moltissimi
Santi, tra le quali era Conservato il libro,
ritrovato nelle mani di detto Glorioso Santo dopo la
sua morte, nel quale soleva proferire le preghiere a
Dio.
=Il libro predetto, molti anni addietro, in mia
presenza, consegnato al detto Convento dai Giurati e
da altri Rettori (come) del deposito di tutte le
reliquie di detto glorioso Santo, per la grandissima
devozione, che portano verso l’ordine dei
Cappuccini, così e talmente che ogni anno quando
solennemente si celebra la festa di detto glorioso
Santo e il corpo si porta per i soliti luoghi di
detta terra, gli abitanti lo lasciano per alquanti
giorni in detto Convento e dopo lo riportano nella
chiesa dove viene conservato.
=E fatta la dovuta adorazione, mentre il detto Padre
Antonio voleva chiudere la porticina di dette
reli-quie, furono tante ferventi e moltissime le
preghiere di detto Spitaleri fatte a detto Padre
Antonio, dalle quali commosso detto Padre gli donò
metà di quel libro di detto glorioso Santo,
consistenti in fogli diciotto, scritti in lingua
greca, con una pergamena tavolata e per la longevità
del tempo, un pochino tarlata.
=E perché non accadesse qualche inconveniente, se
ciò conoscessero gli abitanti di Alcara, lasciò in
detto luogo, dove si conservava il detto libro, la
metà di detta pergamena tavolata, manifestante di
non man-care nulla.
=E così il detto Spitaleri subito partì dalla Santa
Terra di Alcara, portando con sé il detto libro, e
come asseriscono, lo ripose in un luogo decente
nella chiesa di San Nicolò, a sue spese eretta nella
detta città di Adernò, dove al presente si trova. E
chiamato io sopraddetto Padre Fra Innocenzo
dall’Illustre Don Vincen-zo Spitaleri e Ventimiglia,
Barone dei feudi di Muglia, Dagala e Intorrella,
figlio di detto fu Don Giuseppe di detta città di
Adernò ad effetto di riconoscere e di verificare se
il libro conservato in detta chiesa di San Nicolò è
lo stesso libro donato a detto Spitaleri, un tempo
padre di detto Don Vincenzo, dal detto Frate
An-tonio da Alì, allora superiore di detto Convento
di Alcara nell’anno 1674, e nel detto mese di
novembre, mi sono recato nella detta chiesa e ho
osservato bene detto libro a me mostrato:
<< Affermo davanti a Dio e a Gesù Cristo, Signore
Nostro, veramente e realmente essere lo stesso libro
di detto glorioso Santo, che si conservava nel
nostro convento dei Cappuccini di Alcara, non avendo
in contrario alcun dubbio, e questo affermo con
giuramento, stante la notizia che ho del sopraddetto
libro ed anche perché quasi ogni giorno lo vedevo
nel detto Convento di Alcara e per maggiore
delucitazione della verità, questa presente veridica
relazione di mia propria mano ho sottoscritto in
detto nostro Convento della predetta città di Adernò
e in presenza di tutti i frati di famiglia esistenti
in detto Convento, i quali tutti con-fermano con me
con le proprie sottoscrizioni.>>
Il reverendo Padre Guardiano, col solito sigillo del
convento munì per essere valida nei propri giorni,
luoghi e tempi.
Io stesso sottoscritto Padre Innocenzo da Alcara,
Predicatore dell’ordine dei Cappuccini, confermo
come sopra.
Io Fra Giovanni da Aci, Predicatore Cappuccino e
Guardiano di questo Convento di Adernò, testifico
che il sottoscritto premesso Fra Innocenzo da Alcara,
Predicatore del nostro Ordine, in mia presenza e
degli altri frati con la propria mano avere
sottoscritto la sopraddetta relazione e per questo
ho munito col solito sigillo del Convento.
Io Fra Ignazio da Aci, Predicatore Cappuccino, di
famiglia in questo Convento di Adernò, attesto, che
il sopraddetto Padre Fra Innocenzo da Alcara, ha
sottoscritto con la sua propria mano la sopraddetta
re-lazione in mia presenza e degli altri frati.
Io Fra Tommaso da Adernò, attesto che il sopraddetto
Padre Fra Innocenzo da Alcara, in mia presen-za e
degli altri frati abbia sottoscritto con la sua
propria mano la sopraddetta relazione. Sigillo
(Da qui il documento continua in italiano)
Si fa fede per noi infrascritti Sacerdote Don Mario
Scalisi canonico della Matrice Collegiata Chiesa di
questa città di Adernò, ed Antonino Morabito di
questa predetta Città a chi spetta vedere la
presente, e parti-colarmente all’Illustrissimo e
Reverentissimo Monsignore Don Andrea Riggio, Vescovo
di Catania, e sua Gran Corte Vescovile, qualmente
nel mese di novembre del 1674, avendomi ritrovato in
compagnia dell’Illustre quondam Don Giuseppe
Spitaleri, e Bertolo, un tempo Barone del fego di
Muglia di questa sud-detta Città per andare nella
terra dell’Alcara, ove si ritrovano le reliquie del
glorioso San Nicolò Politi oriundo di questa Città,
che per la gran devozione, che detto Illustre Don
Giuseppe Spitaleri, Barone come sopra, desiderava
avere una delle suddette Reliquie ad effetto di
trasportarla con devozione, e venerazione condecente
in questa Città ad effetto di esponersi alla
pubblica adorazione, come in effetto noi suddetti ed
infrascritti in conversazione di detto signor Don
Giuseppe Spitaleri da questa città ni conferimmo in
detta terra dell’Alcara nel tempo di sopra
espressato.
Ladove doppo esquisite diligenze con avere dimorato
per alcuni giorni nel venerabile Convento delli
Padri Cappuccini in detta terra con replicate
preghiere fatte all’Officiali, e Maggiori di detta
Terra per avere una delle sudette Reliquie di detto
Glorioso Santo Nicolò Politi, non fu possibile
poterla avere, e conoscendo allora il Reverendo
Padre Fra Antonio d’Alì, allora Superiore di detto
Venerabile Convento di detti Padri Cappuccini, la
gran devozione e fervore che detto Illustre Barone
Don Giuseppe Spitaleri avea, in aver una delle
suddette Reliquie, ed il gran rammarico per non
averla potuta avere non ostante le replicate
preghiere fatte come sopra per soddisfazione di
devozione si grande, risolse lo suddetto Padre
Guardiano portare lo suddetto Illustre Barone in
compagnia di Noi sottoscritti in un luogo di detto
Convento, ove stavano conser-vate diverse Reliquie
di Santi; ove tra l’altri si ritrovava lo libro
ritrovato in mani di detto Glorioso Santo Nicolò,
doppo la sua morte con lo quale soleva fare
orazione; portato in detto Convento dalli Giurati,
et altri Rettori di detta Terra ad effetto di
conservarsi in detto luogo, e così lo suddetto Padre
Guardiano per far co-sa grata a detto Illustre
Barone Spitaleri e per lo sfogo dalla gran devozione
di quello li diede detto libro ad effetto di
trasportarselo in questa suddetta Città, lasciando
solamente nello luogo, ove era collocato lo sudetto
libro, certe pezzette di parchimena, nel mezzo delle
quali era collocato lo suddetto libro.
Quale ricevuto che fu dal sudetto di Spitaleri, d’un
subito ne ritornammo in conversazione in questa
sudetta città, e conservò condecentemente lo
suddetto libro, ed è quello medemo, che attualmente
si trova collocato nella Venerabile chiesa sotto
titolo di San Nicolò, fabbricata a proprie spese di
detto Illustre Barone Don Giuseppe Spitaleri,
avendoni Noi sottoscritti ritrovato presenti a tutto
l’antedetto come io predetto ed infrascritto
Sacerdote Canonico Don Mario Scalisi con giuramento,
tacto pectore more sacerdotali (toccato il petto col
costume sacerdotale) il tutto affermo.
Ed io pure suddetto ed infrascritto Di Murabito con
giuramento confermo quanto di sopra ho testifica-to,
e datone relazione.
In fede del che abbiamo fatta la presente ad istanza
dell’Illustrissimo Don Vincenzo Spitaleri Barone e
Ventimiglia dei feghi di Muglia, Intorrella e Dagala,
figlio del sopraddetto quondam Illustre Barone Don
Giuseppe Spitaleri e Bertolo, scritta di mano aliena
e sottoscritta di nostra propria mano e confirmata
con il nostro giuramento come sopra per valere a
suoi giorni, luogo e tempo.
Oggi che sono li 14 aprile 1709 io Sacerdote
Canonico Don Mario Scalisi confermo come sopra.
Io Antonio Morabito confermo come sopra.
(Da qui continua in latino)
Nel dorso delle quali deposizioni e di ciascuna
delle stesse fu per noi provvisto, che sia presente
e che stia presso gli atti e questo perchè fossero
manifesti nel futuro.
Subito invero, desiderando, l’Illustrissimo Signore
Vincenzo Spitaleri e Ventimiglia, Barone dei feudi
di Muglia, della dagala e di Intorrella, primogenito
ed erede del fu Illustre Don Giuseppe Spitaleri e
Bertolo, barone una volta di Muglia, detto libro per
la sua grandissima devozione verso il predetto
Glorioso San Ni-colò Politi, cittadino di questa
predetta città Adernò, e come patrono in secondo
luogo della stessa Città, espone pubblicamente alla
adorazione dei fedeli di Cristo per la maggior
gloria di Dio, e di detta Sacra Reli-quia del divino
Nicolò alla venerazione ed anche in ogni giorno 17
del mese di Agosto solennemente celebra nella detta
chiesa di detto Glorioso Santo Nicolò, chiese
umilmente a noi la licenza e la facoltà di portare
processionalmente per la Città detto libro.
Noi, pertanto, conoscendo tutte le premesse, di
tendere alla gloria di Dio e di detto Santo,
acconsen-dendo alla predetta domanda, di detto
Illustre Don Vincenzo Spitaleri, Barone come sopra,
e alle suppliche perché detto libro di San Nicolò
nella chiesa, sotto il titolo dello stesso Santo
nella predetta città di Adernò, possa esporsi
pubblicamente alla adorazone dei fedeli di Cristo e
venga, con la facoltà di celebrare la festa dello
stesso Santo in ogni giorno diciassette del mese di
Agosto di ciascun anno e nello stesso tempo, fare la
processione dello stesso medesimo libro di detto
Glorioso Santo, con l’autorià, con la quale
adempiamo, nel Signore, concediamo la licenza e
diamo.
In fede delle quali tutte cose, abbiamo comandato di
essere per il nostro Maestro Notaro con
sottoscri-zione della nostra mano e munito e
rafforzato con la impressione del sigillo, col quale
usiamo.
Dato in questa Città di Adernò in corso di visita,
il giorno 15 Aprile seconda indizione 1709.
Andrea, Vescovo Catanese, luogo + Sigilli - Sac. Don
Giovanni Manduca per il Maestro Notaro.
Registrato nel registro della Gran Curia Episcopale
foglio 225.
Presentato esemplare e restituito alla parte
Canonico Stancampiano Vicario.
Giorno venti Aprile seconda indizione 1709.
Presentata ed eseguita la presente autentificazione
nella Curia Spirituale di questa Città di Adernò e
al-la parte restituita per modo di mandato come
sopra.
Onde Sacerdote Don Giuseppe Rodo Maestro Notaro.