Giuseppe
Scalisi
Artista della Bellezza e del Bene
Giuseppe Scalisi è nato ad Adrano l’11 luglio del
1938, in una famiglia di alti valori morali e di
principi profondamente cristiani. Fin dalla più
tenera età dimostra doti artistiche che lo
distinguevano dai suoi coetanei.
A dieci anni di età comincia a dipingere i suoi
primi quadri con varie tecniche pittoriche,
ritraendo scene del focolare domestico, paesaggi
tipici della campagna dell’Etna e i volti dei
paesani con particolare predilezione per i volti
saggi degli anziani ed è così che a quattordici anni
si iscrive all’Istituto d’Arte di Catania.
Dopo il diploma tra i diciannove e i ventiquattro
anni perde entrambi i genitori, cui era
profondamente legato, ma a ventinove anni si sposa
ad Adrano nella Chiesa di San Filippo con la giovane
Francesca Marcellino il 6 settembre 1967.
Dal matrimonio nascono due figlie che amava
intensamente e per cui faceva notevoli sacrifici.
Divenuto insegnante di educazione artistica si
trasferisce a Roma già nel 1962, dove
contemporaneamente intraprende gli studi di
architettura, che termina in cinque anni presso
l’Università La Sapienza. Era stato anche scenografo
nei famosi studi cinematografici di Cinecittà.
Amava l’arte intesa soprattutto come pittura,
scultura e architettura. Roma, nella sua grandiosità
artistica, lo affascinava proprio per questo, ma
appena poteva correva ad Adrano che amava
particolarmente. Adrano era per lui non solo il
paese della sua infanzia, ma il luogo in cui si
poteva vivere a dimensione umana, col contatto tra
le persone, il paese in cui aveva tanti amici, di
cui parlava sempre alla moglie e alle figlie.
Adorava anche l’Etna, che chiamava “la mia montagna”
e diceva che il profilo del Vulcano visto da Adrano
era il più bello.
Amava la terra di Sicilia e i siciliani, diceva:
“solo quando vado in Sicilia mi sento veramente
bene. Ad Adrano poi io ritrovo me stesso”. Di Adrano
amava ogni casa, ogni via, ogni Chiesa ed ogni
tradizione popolare che faceva parte di quel
contesto.
Intanto in tutto il corso della sua vita non
smetteva mai di dipingere, soprattutto quadri,
qualche affresco, con soggetti prevalentemente sacri
o paesaggistici.
Il suo stile era quello classico rinascimentale, le
tecniche pittoriche erano l’olio, l’acquarello, la
tempera, la china e il carboncino.
Nonostante il suo talento, conservava sempre un
atteggiamento umile.
Sapeva bene che la funzione dell’arte è quella di
esprimere l’invisibile, evocando con forme e colori
lo sconosciuto, il non detto, l’inespribile, ciò che
è più intimo e più prezioso, quello che c’è di
divino nell’uomo.
Questo rimando a ciò che è più grande di noi è
quello che più ho apprezzato nel genio artistico di
Giuseppe, e bastava guardarlo per vedere la
scintilla di quell’immensa Bellezza dalla quale noi
tutti proveniamo e alla quale tendiamo e per la
quale saremo ed otterremo la vera Felicità. Per
questo il Papa Giovanni Paolo II, nella
Lettera agli artisti, definisce costoro “geniali
costruttori di bellezza”.
Dopo i cinquatacinque anni invece inizia ad
occuparsi del restauro di dipinti e di affreschi,
che compiva solo per gli amici e per amore
dell’arte.
Giuseppe Scalisi amava la moglie profondamente, con
particolare adorazione e dedizione. Amava le figlie
intensamente ed era tanto orgoglioso che Isabella
fosse diventata un Avvocato e Maria Letizia un
dottore in Sacra Teologia.
Era cattolico praticante e un uomo di alti valori
morali. Ha educato le sue figlie più con l’esempio
che con le parole.
Nella sua intera vita ha lavorato tanto, con
costanza ed onestà e il tempo libero dopo il lavoro
lo trascorreva sempre insieme alla moglie e alle
figlie da cui veniva ricambiato con amore profondo.
Alla sua famiglia trasmetteva ogni giorno la sua
gioia di vivere e la felicità di stare insieme e
l’amore per le piccole cose.
Aveva un profondo rispetto per tutti gli esseri
umani, per gli animali e per l’ambiente; si
dispiaceva tanto per l’inquinamento che da anni
colpiva le città, l’aria ed il mare che gli piaceva
tanto.
Era un uomo di grandi virtù per la sua
predisposizione costante nel fare il bene e nel dire
parole buone a tutti. Era un uomo di sani principi e
alti valori. Tra questi valori dava molta importanza
all’amicizia; era sempre disponibile per i suoi
tanti amici.
Come amico rivolgo il mio grazie di cuore a
Giuseppe, per la sua vita, il suo esempio, la sua
arte. Nel numero di settembre di questa rivista
dedicheremo uno spazio particolare a questo artista
di Adrano, che ha ancora molto da insegnarci e
certamente è stato e sempre continuerà ad essere
quanto di più bello può essere colto in terra, come
un segno, ed in cielo, come il Vero Bene e la Vera
Bellezza.
Articolo scritto da:
Carmelo Cozzo
su Bloc Notes del 6 giugno 2010