San Filippo e Giacomo
La Chiesa di San Filippo e San Giacomo sorgeva nel secolo XVI in una zona detta "Chiusa dei Malati" non molto distante dalla costruzione della Chiesa odierna.
La prova dell'esistenza di detta Chiesa l'abbiamo da una dichiarazione di un certo Antonio Strata, del 1758, attestante che dal 1/9/1757 sino al 31/08/1758, per ordine del canonico Don Filippo Ciletta, il Rev. Pietro Campo celebrava delle messe nei giorni di domenica, lunedì e mercoledì.
Essendo ormai la Chiesa abbastanza vecchia, piccola e cadente, si pensò di ricostruirne una nuova. In altri documenti si attesta che per il completamento della nuova Chiesa, che allora si ritrovava completa solo al rustico e che quindi abbisognava dell'esecuzione degli altari, degli stucchi e del pavimento, siccome vi era carenza di denaro, bisognò vendere la vecchia Chiesa. Si racconta che nel 1779 un nobile di Adernò, Giuseppe Agati, andando in un paese lontano dalla Sicilia per vendere il proprio bestiame, ebbe difficoltà a tornare in paese, perché si era diffuso il colera nei paesi che doveva attraversare per fare ritorno. Allora si rivolse ai Santi FIlippo e Giacomo, promettendo loro che, se fosse giunto in Adernò sano e salvo, avrebbe edificato a proprie spese la costruenda Chiesa. Nell'attuale Chiesa, sul portale della facciata esterna, vi è una lapide a testimonianza di ciò: "Quanto potente è la pietà risplende nel cuore umano. Ad essa questa età aggiunse tanti danni. A spese di Giuseppe Agati anno del Signore 1779"
La Chiesa degli apostoli FIlippo e Giacomo è posta in asse alla via San Filippo e prospetta sulla piazza Leone XIII. Il prospetto con due campanili sembra innalzarsi più di quanto la reale altezza gli consenta. Il portale d'ingresso è realizzato in pietra lavica e sormontato da uno stemma. La tecnica ottocentesca si rileva dalla realizzazione degli elementi di linguaggio, lesene, mezzi piani, ecc. ... realizzati con intonaco e stucco.
All' interno la Chiesa, di modeste dimensioni, è ad unica navata, riccamente decorata di stucchi ed affreschi. Le volte a botte lunettata ed una semicupola affrescata che raffigura la moltiplicazione dei pani e dei pesci, eseguita da Padre Dionigi di Adrano, adorna l'abside.