Chiesa del Salvatore - Degli esercizi dei Gesuiti - Collegio di Maria
E’ antichissima, già citata nella collettoria pontificia del 1308. Fu sede di una confraternita, ancora in vigore, sino al sec. XVII.
Nella seconda metà del ‘500 fu ricostruita con un elegante campanile e verso la metà del ‘700 vi si aggiunse un elegante cupola su tamburo ottagonale, come apprendiamo dai contratti di lavoro con Mastro Nicolò Patti di Caltagirone e con Mastro Francesco Saiola di Palermo.
Secondo alcuni manoscritti, esistevano, molto vicine, tre piccole Chiese: Santa maria del TIndaro, del SS. Salvatore e la Cappella dei Santi Esercizi.
Dal 1748 al 1772 fu riservata ai gesuiti e dal 1789 al 1943 appartenne al “Collegio di Maria” e alle suore “Corradine” che mantenevano la chiesa, spesso con lavoro duro di fanciulle orfane e povere, ricoverate nel Collegio di Maria esistito lungo la via Castelli tra il 1785 e fino alla seconda guerra mondiale.
I Gesuiti furono chiamati in Adernò verso l’anno 1737. In data 18/IX/1770 in seguito al testamento del cantore Pietro Costa venivano loro lasciati quattromila scudi per il mantenimento di quattro padri: uno per fare gli esercizi tre volte all’anno, due per fare la scuola di grammatica ed uno per leggere la lezione morale.
Siccome il generale dei Gesuiti don Lorenzo Ricci non accettò il lascito testamentario, i soldi andarono al capitolo della matrice.
La compagnia di Gesù, che officiava la chiesa del Salvatore, durò in Adernò fino al 1778. Non si ebbero progressi culturali, perché la predetta casa fu un centro di potere dei cadetti della famiglia Spitaleri di Mugli di mentalià agraria e retriva.
Nel 1786 la parte riservata a Maria SS. del Tindaro venne unificata alla Chiesa del SS. Salvatore.
Nello stesso sito della casa degli Esercizi dei Gesuiti ormai chiusa, in data 25/VIII/1789 veniva eretto il collegio di Maria per l’educazione di alcune fanciulle povere o orfane.
Questa opera veniva sostenuta specialmente dalle rendite dell’opera pia Giacomo Maggio.
Essa era soggetta al vescovo di Catania che ne nominata la superiora e seguiva le regole del cardinale Corradini. Era affidata a questo collegio la manutenzione della chiesa del Salvatore. La sua prima superiora si chiamava Suor Maria Teresa Fara Badani.
Nel 1905 avvenne la fusione del "Collegio di Maria" con il conservatorio delle Vergini della "Chiesa di Geù e Maria", dando origine al conservatorio delle Fanciulle.
Era retto da un consiglio di amministrazione che molte volte si rese colpevole di malversazione e di sfruttamento delle fanciulle ricoverate, tanto che qualche buon amministratore poteva scrivere all’Intendente di Catania, che spesso alle fanciulle ospiti si lesinava il pane, mentre qualche segretario era restio a presentare i conti della sua gestione. Durò con il nome di Baia fino alla seconda guerra mondiale, allorchè distrutto dai bombardamenti dopo fortunose vicende, finì in mano ai Salesiani che ne cedettero l’area a un cittadino che eresse il suo palazzo
La facciata della Chiesa, in stile barocco, si presenta mancante del suo lato destro al quale era collegata la fabbrica del collegio; la superficie è ripartita in tre sezioni concave, delimitate da paraste realizzate ad intonaco, di cui la centrale è più ampia.
Le due sezioni laterali presentano al piano inferiore due nicchie destinate ad alloggiare due statue. Nella sezione centrale troviamo un portale lavico di stile rinascimentale con paraste e trabeazione decorata. Sovrastante troviamo una finestra con stipiti litici. All'interno delle paraste sta rinchiuso un grande arco sorretta da altre due paraste. Inoltre la facciata è ripartita in tre ordini: pian terreno, primo piano e frontone; eleganti cornicioni separano l'andamento ondulato del prospetto.
A lato della Chiesa ed in posizione arretrata c'è il campanile ripartito in tre ordini con cornicioni litici e finestre, cuspide finale con ornamenti in rilievo di gran pregio. La Chiesa presenta una cupola con tamburo ottagonale e lati riquadrati, muniti di finestra circolare per ogni lato.
Il tamburo è ornato da un cornicione ad archetti; sopra la cupola a spicchi ottagonali trovasi un'edicola quadrata terminante con palla e croce.
L'interno della Chiesa, ad una sola navata, è a croce latina, l'incrocio del transetto che sorregge la cupola è costituito da 4 grandi pilastri.
Di particolare bellezza è il crocifisso ligneo.
Da mettere in rilievo è la parte destra del prospetto della Chiesa, mutilato purtroppo da una costruzione risalente all'età moderna.