San Pietro Apostolo
La Chiesa di S. Pietro sorge nel XV secolo, anche se probabilmente esisteva già un altro sito forse nello stesso posto di adesso e poi riedificata.
Infatti si hanno notizie in una collettoria Pontificia del 1308 che essa doveva già esistere nel XIII secolo come piccola cappelletta del piccolo abitato medioevale di Adernò. San Pietro fu per parecchi secoli il santo protettore del paese di Adrano.
Già nel '500 era una Chiesa sacramentale e filiale della chiesa
Madre. Nel '600 fu interamente rifatta e arricchita di un imponente campanile. Nel secolo successivo fu rivestita di pregevoli stucchi, affreschi, bassorilievi e statue. Ristrutturata più volte nel passato, la chiesa è stata ultimata nel XIII secolo
.
Nell'interno si conservano preziose pitture e sculture. In essa non si osservano più i vecchi altari di legno di Claudio Engitano (fine 1500 e principio 1600) che ne fu lo scultore, di quali parla l'abate Amico.
Rimangono solo le porte dorate del saccello delle stature, la custodia dell'altare maggiore, la pietosa stata del crocifisso spirante, il quadro di San Pietro che piange, quello della Madonna di Trapani (anno 1674) e due reliquie insigni: quella di S. Liborio e quella del principe degli Apostoli (San Pietro). Quest'ultima è stata portata da Roma da Pasquale Nocita, detto "Santonocita" per la sua morale e per la sua devozione verso il Santo.
Ogni anno si celebra il 1 agosto la festività in memoria della prigionia di S. Pietro sotto il titolo "De Vinculis". Questa solennità è una delle maggiori in Adrano, non tanto perchè si celebra con la "Fiera Franca" (vendita di svariate merci), quanto perchè si uniscono ad essa le feste di S. Nicolò Politi e dellaMadonna della Catena.
I beni di questa Chiesa per molti anni furono amministrati dalla Confraternita di San Pietro Apostolo. Nel secolo XVII la cura della Chiesa assò ad un procuratore vescovile.
I benefattori di questa Chiesa furono: Michele Grimaldi che la istituì sua erede universale, Pasquale Nocita che autenticò la sua devozione con la disposizione testamentaria. Il mansionario D. Stefano Liotta e la signora Baronessa Donna Antonia Pisani, di cui le ceneri sono racchiuse sotto un tumulo di scelto marmo nella Cappella della Confraternita.
In mezzo alle varie beneficienze di questa religiosa dama si contano la fondazione della Messa quotidiana, la Messa eddemodale in ogni lunedì in beneficio della Congregazione da lei ripristinata, le contribuzioni per gli altari di marmo, il legato per foderare di mattoni di Valenza la guglia del Campanile, la spesa del baldacchino ricamato in oro e quelle delle nuove statue del Salvatore e di S. Pietro in argento che si osservano come oggetti di genio.
Questo gruppo rappresenta il Cristo che dà le chiavi a S. Pietro. E' desunto dall'affresco del Perugino nella parete a destra di chi entra nella Cappella Sistina. Questo gruppo in rilievo supera l'originale in pittura del grande artista. Le teste in legno lavorate a Roma. La veste dei due personaggi è d'argento e l'arte della loro realizzazione supera la ricchezza del metallo con il quale sono fatte. Quest'opera risale alla fine del '700, per munificenza della dottoressa Pisani. Il mezzo busto con la testa in argento dello stesso Apostolo, che ha nel petto l'insigne reliquia (la rotella del ginocchio) è un lavoro che rimonta a due secoli prima del magnifico gruppo.
Dal Sacerdote Giuseppe Lo Curlo, il 24 febbraio 1626, e dalla relazione a lui data dal rev. Girolamo Sangiorgio, maestro domenicano, si è scoperto che la insigne reliquia è arrivata a noi dal nobile Antonino Cardillo d'Adrano, il quale fu segretario dell' Em. Cardinale della Fam. Farnese, nipote di Paolo III. Durante il pontificato di costui, che durò dal 3 ottobre 1534 al 13 novembre 1549, per fervore ed incessanti preghiere, il Cardillo ottenne la preziosa reliquia ottenne la preziosa reliquia e la donò alla Chiesa di Adrano.
Il Can. D. Salvatore Alì riparò la rovinosa amministrazione della Chiesa, rinnovò l'abside e la decorò di arredi.
La Chiesa col suo campanile costituisce un elemento di notevole bellezza per l'ambiente circostante. Il campanile, alto circa 34,50 metri disputa l'altezza del Castello Normanno,
Il terremoto dell' 11 gennaio 1963 alle ore 21 fu di funesto spettacolo per la caduta di Catania, non fece terrore in Adrano che per la caduta di detto campanile sino al primo piano. La campana cadde in linea diagonale e restò illesa posandosi a piombo fra le rovine della fabbrica.
Il popolo riconoscente ai benefici del Signore fece riedificare lo stesso campanile in poco tempo a pubbliche spese ed istituì la festa dell'anniversario per il ringraziamento ed in commemorazione dei fed eli trapassati per causa di quel flagello.
Il grande portale in pietra lavica, costituito da una coppia di colonne sormontate da modanature, che raccordano l'ampia finestra superiore, costituisce l'unico elemento caratterizzante il prospetto della chiesa vera e propria che si stacca dall'edificio alla sua destra per mezzo di una semplice parasta anch'essa in conci di pietra lavica. Alla sinistra la mole del campanile sovrasta dall'alto dei suoi tre partiti la Chiesa. Questo è realizzato sua pianta quadrangolare ed è coperto da una volta conica. Il corpo dei servizi parrocchiali, di recente costruzione, disturba l'immagine del capanile sul fianco della Chiesa.
L'interno è realizzato su una pianta a croce latina, in cui il transetto sembra allungarsi nelle cappelle poste ai due lati. La volta della navata è a botte lunettata così come quella del transetto. La cupola sormontata su pennacchi, è di tipo ellittico, mentre le due cappelle laterali sono voltate a scifo.
Chiesa san pietro - monumento funebre baronessa pisani - 700
tratta da: Adrano - Prog. ex. art. 23 Coop. I.S.COP