Pietro Brancina

 

Maestro musicista e compositore di musica sacra

Pietro Branchina nasce ad Adrano il 29 maggio 1876 da Nicolò e Grazia di Fazio, umili contadini che, malgrado le ristrettezze economiche, non fecero mancare nulla
al figlio.
La musica lo affascina sin dalla più tenera età; infatti, da piccolo inizia a suonare da autodidatta. La sua bravura lo porta a suonare l’organo in molte chiese a soli 11 anni, tant’è vero che il Maestro Vincenzo Cacia si offre di impartirgli gratis le nozioni di teoria musicale.
Data la salute non proprio ottimale in cui versa da piccolo, il padre decide di fargli fare il sagrestano nella chiesa del Rosario, dove, grazie al rettore, impara il latino. Data la sua inclinazione musicale il prevosto Salvatore Petronio Russo lo nomina organista della Chiesa Madre.
Accanto alla passione musicale prende parte nell’animo del compositore adranita anche la passione religiosa; infatti, a 18 anni decide di entrare in seminario, dove, nel 1896, viene nominato direttore della Cappella del Seminario nella quale costituisce la
“Schola cantorum” composta da 50 voci dispari.
Sempre in questo periodo segue un corso di canto gregoriano e di musica sacra sotto la guida del maestro Filippo Taralli e compone varie cantate eseguite con successo nella cattedrale di Catania.
Fondamentale e decisivo per la carriera del musicista etneo è l’intervento dell’Arcivescovo di Catania Francica  Nava, il quale lo manda a Roma presso l’Accademia di Santa Cecilia per compiere gli studi di canto gregoriano sotto i maestri don Lorenzo Perosi e Rodolfo Kauzler.


Da questo momento in poi gli studi in ambito accademico diventano sempre più intensi; infatti, dopo la nomina a sacerdote datata 1903, nel 1904 consegue il Diploma di Magistero in Canto gregoriano, mentre successivamente si trasferisce a Padova dove perfeziona gli studi presso il maestro Luigi Bottazzi e consegue i diplomi in armonia, contrappunto, composizione ed organo.
Durante gli anni padovani, inoltre, pubblica numerose composizioni ed entra in contatto col Direttore della rivista americana “Santa Cecilia” che pubblica due suoi componimenti.

Finiti gli “anni padovani” torna in Sicilia laddove nel 1907 assume la direzione musicale della cappella di San  Giovanni Battista a Ragusa.
Un altro prestigioso incarico assunto in questi anni è quello di organista della Cattedrale di Siracusa.
Ad Adrano comunque fu conosciuto per la sua lunga attività di Prevosto della Matrice, incarico che assume dal 1920 al 1937, quando, anche a causa di dissensi col clero locale, si ritira ad Acireale dove assume la direzione dell’Istituto San Michele.
Pietro BranchinaDopo la seconda guerra mondiale, nel 1945, a quasi 70 anni, torna come Prevosto nel suo paese natale dove muore l’11 febbraio del 1953.
La produzione musicale del Branchina è alquanto vasta e variegata; infatti, essa tocca l’ampia gamma della musica sacra che include al suo interno vari sottogeneri, come il gregoriano, il mottetto, i salmi, i responsi, le messe ed i pezzi per organo, tutti compresi nel repertorio del compositore etneo.
Fra le opere del Maestro bisogna annoverare la “Missa Quotiesqumque in honorem Divae Agathae”. Tale componimento, a tre voci pari con accompagnamento d’organo, per il quale l’autore adranita ha ricevuto anche le congratulazioni dal Papa Pio X, è dedicato a Sant’Agata ed è stato pubblicato dalla “Fisher & B”, la più grande casa editrice Americana.
Un’altra opera fondamentale per il repertorio Branchiano è la “Missa in honorem Regina Pacis” per coro ad una sola voce.
Altre opere da ricordare sono le opere per commissione, fra le quali vanno annoverati i tre inni in strofe intermedie uso gregoriano per l’ufficiatura della Beata Eustochia.
Sublime risulta l’opera “Lode e onore al sacro Volto”, ispirata alla pittura raffigurante il volto di Cristo sita nella Chiesa di Santa Lucia di Adrano.

Sulla passione di Cristo sono, invece, il componimento “Le Sette Parole di Gesù Cristo in Croce”, dedicato a don Pietro Ciadamidaro e musicato sui versi di Pietro Metastasio, e lo “Stabat Mater”.
Le opere del Branchina sono tuttora eseguite dalla “Corale polifonica Pietro Branchina” di Adrano, a testimonianza della vitalità del repertorio dell’autore adranita che, oltre ad avere avuto un successo di pubblico vastissimo che continua fino ad oggi, è amato dalla critica grazie al suo perfezionismo tecnico ed armonico, tipico dei conoscitori della musica, col quale ha contribuito a quel rinnovamento della musica sacra e liturgica voluto da Pio X.

Dario Milazzo

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2011 - Aprile

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