Turi Cariola il Poeta Contadino
Turi Cariola nasce ad Adrano il 7 luglio 1911. Il padre,
Carlo Cariola, era un coltivatore diretto, mentre la madre,
Concetta Lo Re, era casalinga.
Dopo avere abbandonato gli studi per intraprendere il lavoro
dei campi si sposa, giovanissimo, con Concetta Sicurella
dalla quale ha quattro figli. Si “separa” dalla moglie in
occasione della Seconda
guerra mondiale dove è impegnato sul fronte Albanese.
Finito l’impegno bellico inizia l’impegno poetico. Ad
avviarlo alla poesia è Antonino Bulla, a differenza del
quale il Cariola non subisce il fascino delle modalità
manieristiche dei poeti siciliani,
rimanendo fedele alla poetica adranita.
In realtà, la passione per l’arte nel compositore adranita
non è relegata alla sola poesia, tanto è vero che sin da
ragazzo ama suonare gli strumenti, in particolare il
mandolino; inoltre non manca nel “poeta contadino” neanche
la passione per le arti visive dato il suo interesse per la
pittura e la scultura per la quale frequenta anche un corso
organizzato da Simone Ronsisvalle.
La sua opera poetica è alquanto varia; essa comprende
epistole (è nota infatti una famosa relazione
epistolare” fra il poeta adranita e Nino Catania),
componimenti in ottave, romanzi autobiografici, raccolte di
poesie e scritti religiosi.
Per quanto riguarda i componimenti in ottave bisogna
ricordare il componimento “Giulietta e Romeo”, “La scala
suciali di lu munnu” e i componimenti di carattere
evidentemente religioso “Struzzioni ppi la Santa Missa”, “Lu
Misteri di Lu Santu Rusariu” e la “Simana Santa”. Scritto in
prosa e in poesia è il romanzo autobiografico “Turiddu e
Rusalia”.
Di fondamentale importanza per chi voglia conoscere la
poetica del Cariola è la raccolta di poesie “Mentri a li
campi”, antologia voluta dal figlio dove sono raccolte 41
poesie che il nostro poeta ha
scritto in periodi diversi; tale raccolta la si può trovare
nell’Archivio
Storico del Castello
Normanno.
Il poeta etneo scrive
anche un’opera
su San Nicolò Politi,
un componimento
in ottave redatto nel 1971,
anno in cui
ricorre l’VIII centenario della morte
del Santo eremita, con traduzione in
Italiano del Prof. Don Gaspare Bosco.
Infine, vi è uno scritto dal titolo “In
memoria del poeta Turi Cariola”, uscito
postumo dopo la morte del poeta avvenuta
il 6 settembre 1985. In questo
libro, con prefazione di Saro Franco,
sono raccolte nella prima parte alcune
poesie del “poeta contadino” e nella
seconda alcune poesie scritte da alcuni
suoi amici e dal figlio Alfio.
I temi presenti nelle sue poesie
sono vari, come rivela il professore
Saro Franco nell’opera “Turi Cariola:
un’adranita in Adrano”.
Innanzitutto vi è la tematica dell’amore
per la famiglia, riscontrabile in
poesie come “Sugnu nannu” dedicata
alla nipotina.
La tematica della religiosità è riscontrabile
in poesie come “A Papa Giovanni”.
Vi è poi la tematica del lavoro;
in poesie come “Lu campagnolu”,
infatti, viene proposta una vera e
propria apoteosi del lavoro.
Da non sottovalutare neanche
la tematica dell’amore per la propria
terra riscontrabile in poesie
come “Ad Adranu” e “Lu Castellu
Normannu”.
Infine, vi è la tematica del naturalismo,
del verismo e del paesaggismo
riscontrabile in opere come
“La Notti” o “A lu suli”.
Sono tanti anche i riconoscimenti
e i premi vinti dal Cariola;
difatti, l’Opera Salesiana di Catania
gli rilascia nel 1957 il titolo
di “poeta dialettale siciliano”, nel
1967 vince un concorso dialettale
a Castellammare del Golfo, nel
1968 vince il concorso “Il ciclope” ad
Acireale, nel 1971 vince il concorso
“Carlo Goldoni” a Venezia e il concorso
di poesia religiosa ad Enna, nel 1973
l’Accademia “gli immortali di Messina”
gli rilascia l’attestato di riconoscimento
poetico, mentre nel 1975 il comune di
Adrano gli conferisce la medaglia d’oro.
Quello che pare evidente nelle poesie
del Cariola è l’immediatezza.
Le poesie del Cariola, infatti, con
parole semplici ma profonde, creano
quelle immagini, quegli stati d’animo
e quegli affetti che conferiscono alla
sua poetica una struttura unica ed originale.
Di Dario Milazzo