Adernò ed il Risorgimento
I conventi e i Monasteri di Adernò e la legge del 7 luglio1986 sulla soppressione delle Case Religiose" del nuovo GOverno Italiano
L’influsso anticlericale del
costituito Nuovo Stato Italiano, nel cui governo
operavano uomini con manifeste convinzioni
fortemente laiche e massoniche, non si fece
attendere e si manifestò con la legge n. 3036 del 7
luglio 1866 e il successivo decreto sottoscritto da
Sua Eccellenza il Luogotenente di Sua Maestà
Vittorio Emanuele II, n. 3070 del 21 luglio 1866, i
quali stabilirono la soppressione di tutte la Case
Religiose, cioè dei conventi e dei monasteri
esistenti nel nuovo Stato a quella data.
La legge non ha risparmiato, logicamente, quelli
esistenti in Adernò, che da parecchi secoli
esistevano ed operavano nella nostra città.
Per rifare un po’ di storia sugli avvenimenti legati
a questa legge, che da molti è stata definita
“iniqua”, in quest’articolo ci rifacciamo alle note
scritte e documentate del compianto sacerdote
Giuseppe Sidoti che, con puntuale precisione, in
proposito, ha
scritto: “Nel nostro Comune sono stati incamerati
dallo Stato Italiano i seguenti conventi e
monasteri: 1) Convento di S. Agostino; 2) Convento
di S. Francesco; 3) Convento dei Padri Cappuccini;
4) Convento di S. Domenico; 5) Casa degli Scolopi o
Spirito Santo; 6) Monastero di S. Chiara; 7)
Monastero di S. Lucia.
In data 15 aprile 1867 viene approvata la
deliberazione del Consiglio Comunale e viene
deliberato di chiedere alla Amministrazione del
Fondo per il Culto la cessione di:1) dell’intero
convento di Sant’Agostino che, per la sua ventilata
e isolata posizione deve servire pel pubblico
spedale come del fatto attualmente trovasi occupato
in seguito a disposizione fatta dal Regio
Commissario all’epoca dell’epidemia colerica del
1866; 2) dell’intero convento dei Padri Cappuccini
per adibirsi ad un ospizio maschile di mendicità; 3)
dell’intero fabbricato delle Scuole Pie per
stabilirsi definitivamente la pubblica istruzione;
4) dell’intero Convento di S. Francesco per servire
di alloggio ai militari transitanti e di
distaccamento; 5) dell’intero fabbricato del
Convento di S. Domenico per adibirsi: a) ufficio del
Ricevitore del Registro; b )ufficio dell’Agenzia
delle Tasse e Demanio; c) ufficio di Pretura; d)
ufficio della Delegazione di Pubblica Sicurezza; e)
Caserma delle Guardie di Pubblica Sicurezza; f)
Ufficio per la Guardia Nazionale.
In data 6 giugno 1867 il Direttore della Direzione
Tasse e Demanio di Catania informa il Ricevitore del
Registro di Adernò che ha acconsentito alla
“cessione al Comune dei conventi dei Cappuccini,
Francescani, Domenicani, Agostiniani e Scolopi con
le chiese annesse ”Si trascrivono in ordine
cronologico la cessione e la consegna dei conventi e
monasteri fatta dallo Stato Italiano al Comune: -
15.1.1868 viene ceduto e consegnato il convento di
S. Agostino; - 17.1.1868 viene ceduto e consegnato
il convento di S. Francesco; - 21.1.1868 viene
ceduto e consegnato il convento di S. Domenico; -
21.1.1868 viene ceduto consegnato il convento dei
Padri Cappuccini; - 18.10. 1870 viene ceduta e
consegnata la Casa delle Scuole Pie o dello Spirito
Santo; - 12.5.1888 viene ceduto e consegnato il
monastero di S. Chiara; - 28.11.1907
viene ceduto e consegnato il monastero di S. Lucia.
La situazione descritta, però, non è quella attuale,
perché, come si legge nelle deliberazioni la
confisca di questi beni della Chiesa è totale,
comprese le Chiese.
A modificare la situazione originaria, conseguente
alla legge sulle soppressioni del 1866, sono
intervenuti i Patti Lateranensi dell’11 febbraio
1911 attraverso i quali sono stati restituiti alla
chiese annesse ai conventi ed ai monasteri parte
degli immobili confiscati tali da permettere e
favorire le attività connesse al culto.
Eccezione si deve fare per il convento dei
Cappuccini che, se oggi è interamente di proprietà
dei frati, contrariamente a tutti gli altri, si deve
ad una storia che sarebbe lunga esporre in questo
articolo.
Prof. Angelo Abbadessa