Chiesa Madre di Adrano
Una sintesi perfetta di semplicità e maestosità
Le origini della Chiesa Maria
Assunta di Adrano, detta comunemente Chiesa Madre,
sono da ricercare al periodo del conte normanno
Ruggero; d’altronde l’uso di erigere la Chiesa Madre
accanto alla torre di difesa, rappresentata in
questo caso dal Castello Normanno, era consuetudine
dell’epoca normanna.
Per parlare della Chiesa Madre bisogna innanzitutto
partire dalla sua storia, infatti, la forma attuale
è la risultante di svariate ricostruzioni e
riprogettazioni che si sono alternate nei vari
secoli.
La struttura originale, difatti, “appartiene
all’archeologia”, date le modifiche subite nel
tempo. Nella struttura originale il prospetto
esterno della facciata constava di un portale dove
si trovavano quattro colonne laterali in pietra
lavica poggianti su due leoni
costituiti dallo stesso materiale delle colonne.
Vi era pure una statua della Madonna Assunta che
successivamente fu sostituita da un’altra
statua; la statua antecedente, ora senza testa,
insieme ai due leoni, è custodita all’interno del
Museo archeologico di Adrano.
Le colonne costruite prima del terremoto si trovano
nel giardino mentre del primitivo campanile non ve
ne è traccia; da ciò è presumibile che esso sia
stato eretto a distanza dalla chiesa.
Fatale fu il terremoto del 1666 a causa del quale si
ebbe il crollo del tetto edi parte del fabbricato
della struttura originale.
A seguito di questa calamità, il Duca Francesco II
Moncada, Primo Governatore della “Compagnia del
Sacramento”, attuò con i più grossi imprenditori del
tempo, tra il 1672 e il 1692, una ricostruzione che
permise la sopraelevazione della navata centrale e
la costruzione dell’abside e delle cappelle
laterali.
Nel 1750, oltre all’intonacatura delle pareti,
l’edificio della cupola fu ricoperto da brillanti
mattoni detti di Valenza. Un campanile incompleto in
cemento armato, denominato da molti in maniera
ironica e spregiativa “missile”, fu ideato tra il
1890 e il
1897 dal prevosto Petronio Russo che incaricò
l’ingegnere Carlo Sada per l’effettuazione di
quest’opera abbattuta solo recentemente. In realtà,
diverse imprese avevano tentato da tempo
l’abbattimento della struttura ma avevano dovuto
interrompere i lavori a causa di incidenti
verificatisi durante il loro espletamento, da ciò la
credenza che ci fosse una “maledizione” legata
all’abbattimento stesso.
La Chiesa Madre ha quindi avuto molte vicissitudini
che l’hanno portata alla forma attuale.
Attualmente l’impianto planimetrico è a croce latina
con tre navate ed un transetto terminante con due
cappellededicate al Sacro cuore di Gesù e al SS.
Sacramento.
Il prospetto si presenta rivestito nella parte
inferiore da tre paraste rivestite in pietra lavica
con portali in corrispondenza degli ingressi alle
navate. Il portale centrale è arricchito da quattro
colonne sormontate da un timpano barocco all’interno
del quale c’è la statua di Santa Maria Assunta.
I portali laterali, invece, presentano stipiti in
pietra lavica terminanti con un timpano di stile
barocco.
La navata centrale è separata da quella laterale da
12 colonne e quattro mezze colonne; da notare che le
colonne sono antecedenti alla costruzione della
chiesa stessa; si narra, infatti, che esse siano
state asportate dal tempio del Dio Adrano.
Nella navata destra si nota la
presenza di un battistero separato dal resto
della struttura da una ringhiera; esso sembra essere
stato rimontato nel 1884.
Sempre nella navata destra si rivelano tre altari
secondari presentanti tutti e tre ripiani in marmo
policromo e il busto marmoreo, sito sopra il
coperchio del sarcofago poggiante su due colonne a
forma di leoni, del benedetto Spitaleri; nel terzo
altare della navata si trova la nicchia con la
statua di san Francesco Saverio.
Nella navata sinistra, oltre ad esserci tre altari
al pari di quella destra, è da rilevare la presenza
del sepolcro gentilizio del dott. Giuseppe Ciancio,
con il busto dello stesso sito sopra di esso, avente
dimensioni più modeste rispetto a quello della
navata destra.
La parte alta della chiesa presenta nella facciata
una finestra rettangolare; inoltre, la parte
superiore della facciata si presenta a forma di
timpano.
Andando alle parti laterali della costruzione
superiore è da rilevare la presenza di costoloni che
poggiano sulle pareti della struttura inferiore. In
corrispondenza del transetto si erige la cupola che
poggia su una struttura a base ottagonale
presentante in ogni lato una finestra ovale.
Dai lati di questa struttura ottagonale, denominata
in architettura tamburo, si dipartono gli spicchi
che formano la cupola rivestita in mattonelle
di ceramica al di sopra della quale è eretto un
cuspide contenente una croce ferrea.
La semplice planimetria, come già abbiamo potuto
constatare, rende la costruzione molto semplice, il
tutto si sintetizza con la semplicità degli stucchi.
Andando allo stile si può rilevare uno stile dorico
per le colonne, a differenza degli archi, della
volta e della cupola, che presentano uno stile
barocco, e degli stucchi di stile corinzio misto.
Per quanto riguarda gli archi si rileva la presenza
di sette archi per lato, mentre per quanto riguarda
le volte si rileva la presenza di volte a botte
lunettate nella navata centrale e la presenza di
volte a crociera nelle navate laterali.
Ai lati dell’abside si collocano la cappelletta di
San Nicolò a destra e quella dell’Assunzione di
Maria a sinistra; nell’abside della chiesa si situa
l’altare centrale, costruito in marmo
policromo e impreziosito da cornici dorate,
all’interno del quale si situano la mensa e un
ripiano dove è collocato il tabernacolo. Sopra
l’altare si trova una struttura che sorregge
il complesso delle canne dell’organo.
La cappella, all’interno della quale si colloca
l’altare, è rialzata dalla navata da quattro
gradini. Il pulpito, di legno pregevole, si erige
invece in prossimità del primo pilastro a destra
della base della cupola.
Infine, andando all’impiantito, vi è da dire che
l’attuale pavimentazione è marmorea e si compone di
lastre di marmo policromo di forma quadrata;
inoltre, è da rilevare al centro della navata
centrale una raffigurazione del sole ricavata da una
composizione di marmo policromo, bianco e azzurro.
Dario Milazzo