Viale delle Palme ...
Immagine simbolo della nostra villa
Sappiamo con certezza, osservando il progetto del “Giardino Pubblico” del 1914 a firma dell’ing. Reitano, che al posto del Viale delle Palme, che ha trovato la collocazione nel progetto del “Giardino della Vittoria” (anni 1920), era stata progettata la continuazione della “Passeggiata Pubblica” (primi del 1800), che con triplice fila di piante di Robina pseudoacacia (manuzzi per la forma caratteristica della sua infiorescenza), formava una grande striscia verde di fronte al monastero benedettino di S. Lucia.
Non sappiamo, però, chi ha scelto
le piante di palma di Phonix Dactylifera, dalle
lunghe fogli colore verde brillante, che ultimamente
sono state completamente attaccate e distrutte dal
coleottero Punteruolo Rosso.
In una vecchia Cartolina Postale degli anni 1929
sono ben visibili le piante di palme appena
impiantate, alte solo qualche metro, che
incominciano ad orlare il rettilineo della villa che
collega piazza Umberto con piazza Diaz.
Il recente taglio degli scheletri della palme, ormai
privi di vita, e la successiva estirpazione
ipotizzano l’intenzione di nuovi soggetti
arborei.
Ma cosa impiantare per ricostruire una fascia di
verde a protezione ed abbellimento dell’ex Viale
delle Palme?
Scartando il ripristino della palma Phenix
Dactylifera, si potrebbe pensare di impiantare un
altro tipo di palma la Washingtonia Robusta, la
quale, però, sembra anch’essa attaccabile dal nostro
coleottero.
L’idea, che viene prospettata, è stata raccolta
rileggendo una delle tante poesie del nostro
concittadino poeta Nino Bulla (battezzato dai
catanesi, “poeta del Canalicchio”), il quale nei
suoi versi dedicati ad Adrano e ai suoi monumenti,
compresa la villa (E l’arvuli, li palmi e li viali/
ripetunu a lu ventu, la privali: “Mentri ca passi,
portiti ‘n salutu), nella poesia “Adrano negli occhi
e nel cuore”, così pittoricamente descrive Adrano:
“Vidi ‘n conca d’orti e di giardini/ li guardu e,
‘ntra lu sguardu, vidu a Tia (Adrano)”.
La prima immagine che colpisce il nostro poeta sono
le due colture preminenti, che caratterizzano la
nostra città: gli ortaggi e gli aranceti.
E’ da questi versi, quindi, che nasce il disegno di
impiantare l’albero simbolo della coltura agricola
della nostra città, la quale, quasi per un secolo, è
stata prevalente nelle nostre contrade: l’arancio.
In questo modo, domani, il Viale delle Palme per gli
adraniti ed i forestieri potrà essere chiamato il
“Viale degli Aranci”.(1)
C’è anche un’altra pianta sempre verde che da
millenni simboleggia la pace ed ha trovato nella
fascia etnea occidentale il suo abitat preferito da
quando gli Arabi l’hanno impiantato nella nostra
zona: l’ulivo.
I tecnici botanici si possono sbizzarrire a trovare
specie con nomi che il comune cittadino non saprà
mai pronunciare, ma un nostro albero da sempre
conosciuto, coltivato ed amato è sempre il bene
accetto e accolto.
(1)Da una pubblicazione del 1921 curata
dal Cav. Domenico Sangiorgio Gualtieri,
nipote della storico Giovanni Sangiorgio
Mazza, “Sunto Storico di Adernò”, a proposito
della nostra arancia si legge: “Per
il suo sito privilegiato Adernò possiede fra
tutti i paesi della Sicilia il vero arancio di
montagna: il frutto squisito come fragola,
aromatico e resistente sino ad un anno, lo
si esporta fin nell’Australia e nelle regioni
più lontane”.
Prof. Angelo Abbadessa