Simeto - 4

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Testimonianze letterarie sul Simeto

 

Virgilio (1° sec. av. C.): Eneide  (libro IX)

 

   "Faceva la guardia all'accampamento (troiano ) il figlio di Arcente, egregiamente armato con il mantello ricamato e splendente di porpora iberica, bello di aspetto, che il padre Arcente aveva inviato ad ( Enea ), dopo averlo sottratto al bosco della madre ( di Marte ) nei pressi del Simeto, dove c'è l'aria pingue e placabile di Palico ( città del Mendolito ). Mezenzio in persona, messe da parte le aste, fatta girare la correggia tre volte intorno al capo, ( lanciò ) la stridente fionda ( e ) spaccò a metà la fronte dell'avversario col piombo riscaldato e lo distese sull'abbondante sabbia".

 

Al  Idrisi (1154)  " Il Libro di Ruggero"

 

    Adernò, un grazioso Casale che si direbbe quasi una piccola città, sorge su una cima rupestre; è dotato di un mercato, di un bagno, di una bella rocca e abbonda di acque.

    Esso è situato alle falde del Mongibello, verso sud......

     A ponente di Catania scorre il Simeto , fiume ragguardevole che si riversa nel mare e che abbonda di pesci tanto grandi e saporiti come non se ne trovano altrove.......”

 

Rocco  Pirro (1554) "Sicilia Sacra "

 

    Il val Demone..... le vene di acqua sgorgano copiose sotto la città dello stesso nome e sboccano nel Simeto.....

    Due principalmente meritano di essere commentate: l'una nominata  “chiara”, “nera” l'altra, poiché limpide dà la prima le sue acque, torbide la seconda......

    Per falsa persuasione, credono alcuni esseri i......Palicini, poiché Adrano, dio del superstizioso gentilesimo, dicesi dall'antico Esichio, padre dei Palici, dei quali alcuni stabiliscono la favola presso il Simeto.....

    Né mancano coloro che affermano venir questo ( il dio ) sotto il nome dell'Adrano ( il fiume ) che in questa età nostra scorre nei confini di Adernò e la barchetta per il suo tragitto prenderne il nome.....

 

Padre Onorato Colonna (1738) "Adrano Redivivo"

 

    " Il maggior preggio che ne vanta il territorio è la celebrità del fiume Simeto detto da alcuni delli citati autori " fiume di Adernò " per la fundata ragione che se non li costituissero il proprio capo le suddette copiosissime sorgive di acque che vi sboccano dentro, non saria annoverato dei fiumi Reali di Sicilia ma di semplice torrente, perché dalla primavera in poi insino al principio dell'autunno, mancandovi le torrenti delle acque piovane e delle nevi che si dileguano nell'està dalla montagna di tramontana che vi si riversano e lo rendono terribile nell'inverno, viene mantenuto nell'istesso suo essere in questo territorio, il quale, incontrandosi poi nelli sua termini delli feghi di Ragona e Cavalera coll'altro fiume volgarmente chiamato " Salso ", ancorché urtandosi l'uno con l'altro per non lasciarsi soverchiare se ne scorrono poi pacificamente in un solo letto fino a sboccare nel litorale marino della piana di Catania.

    Dell'abbondanza poi del pescato che ne producono entrambe e in ogni suo letto non solamente è abbondantissimo ma anche delicatissimo e di squisito gusto al palato come battuto dall'acqua per la propria rapidezza e nettezza da ogni alga fangosa ......"

 

Giuseppe Recupero (1817) "Storia Naturale e Generale dell’Etna "

 

    Poco prima di arrivare al ponte di Carcaci, si restringe molto il letto del fiume e si chiama il passo del Pecoraro, perché dicono che con un salto un bifolco sia passato da una all'altra ripa.

    Non è qui forse largo una canna e si profonda in maniera che non si vedono le sue acque né si ode il suo rumoreggiare, come se qui il fiume si nascondesse........

    Passato il ponte di Carcaci.........prosegue il fiume il suo corso sopra le lave, ma  essendo qui tagliato quasi per linea retta il suo alveo, scola con grandissima velocità.

    Termina finalmente la detta lava cangiata in rupe alta forse 100 palmi, onde il fiume viene obbligato a precipitarsi da quella balza e forma una cateratta ben grande e vistosa con uno scroscio    e fragore molto strepitoso.

    Scemando le sue acque, sbocca come per tanti canali; nelle piene però cade tutto unito a guisa di una grande tela, ove battendo il sole, formansi delle iridi assai vaghe, non già sopra le gocce dell'acqua ma tutta quella gran tela al pari di quella del fiume Velino, quantunque la sua cateratta fosse maggiore di questa........

    Sotto questa gran rupe vi è una grotta onde scaturisce gran quantità d'acqua bruna e fredda che trasporta rena nera e da quest'acqua appunto dicono che il nostro fiume prenda il nome " Simeto ".


Sangiorgio Giovanni Mazza (1820) " Storia di Adernò"

 

    "Il territorio.....viene bagnato da tre fiumi maestri. Sono questi il Simeto, ilCimaroso, altrimenti detto il Salso, ed il Dittaino......Il Salso si riunisce col Simeto nel passo nominato di Sparaconà; e quantunque si gonfia colle sole acque piovane che scolano dalle Madonie, dai monti di Nicosia e di Capizzi, nulla ostante, non avendo aiuto de' ponti, si rende impraticabile in alcuni giorni d'inverno, durante le piogge, talmentechè per passarsi in Centorbe  ed in Regalbuto bisogna andare fino al passo della Giarretta, onde, coll'uso di quella barca possa tragittarsi l'unito fiume Salso e Simeto, ivi, nomato Terea dagli antichi.....

    Al di qua della sponda di tale fiume ( Simeto ) è maestosa all'occhio la sua riviera, perché tutta adorna di fruttuosi giardini e di oliveti. E' finalmente rinomata la pesca de' Cefali e delle anguille per la delicatezza che donano al palato. Questa pesca si fa mediante l'uso delle reti e degli ami; ma la più abbondante è quella che si ritrae mercè l'opificio del " Taruso ", ossia dell'arginamento delle acque che si fanno sboccare da unico condotto sopra un canniccio.

    Oltrechè il territorio è fertile di sua natura per la qualità delle sue terre..... pel gran numero de' ruscelli che ne rendono una gran parte irrigue. Di questi ruscelli di limpida e perenne acqua se ne contano più di cento, oltre la torrente del Simeto....."

 

F. Borquelot/E. Reclus (1873): " La Sicilia"

    La vallata del Simeto ch' io avevo contemplato dall'alto dell'Etna, mi appariva assai meglio, distinguendone chiaramente tutte le città, le capanne, le case isolate......

    Scesi nella vallata per vedere la via che il torrente si è tracciata a traverso le correnti di lava recenti.....

    Seguendo un piccolo e grazioso sentiero che risale la vallata, mi trovai ben tosto davanti ad un dei più grandi monumenti della Sicilia.

    E' un ponte acquedotto che....meriterebbe di essere chiamato "il ponte per Eccellenza " sorretto da gigantesche arcate di altezza uniforme.

    Un secolo fa questo acquedotto traversava tutta la valle; ma le intemperie e i tremori lo hanno pressoché distrutto.

    Passato codesto acquedotto chiamato ponte di Carcaci o di Aragona, i banchi di lava che formano i due versanti della convalle, si riaccostano gradatamente e le acque del Simeto si restringono sempre più nell'angusto passaggio che esse stesse scavaronsi, senza però aver compiuto la loro opera di erosione; imperocché in due punti precipitano ancora in cascata, spettacolo rarissimo in quest'isola.

    Alla cascata inferiore il torrentello si divide in parecchi rigagnoli che piombano da grandi altezze ma sì strette che il volgo suol dire " salterebbeli un insetto " donde il nome di “salto del pulicello ".

    Così in alto.... il torrente asserragliato nel 1610 da una colata di lava sgorgata dall'Etna si scavò uno speco nel di cui fondo vedesi scorrere l'acqua di cascata in cascata.

 

A. Paternò Castello (1907): “Nicosia, Triona, Sperlinga, Adernò”

 

    E' questo il " salto del pecoraio " così nominato perché narra la tradizione che un pastore, per raggiungere più celermente la sua innamorata, soleva spiccare il salto "Se v'è luogo in Sicilia dove maggiormente fiorisce l'arancio, dove il verde delle piante si conserva perenne e dove l'Etna nevoso si mostri in tutto il suo vetusto splendore, è appunto questo.

Il Simeto, il più gran fiume dell'isola, sacro alle leggende mitiche, scorre placido nella pianura sottostante, e questa striscia d'argento, così cara ai poeti, ora lambisce luminose arene, ora si restringe in sassose sponde, ora tortuosa gira una costa, ora rasenta, increspata, i muri d'una casa colonica; ma sempre il suo corso è apportatore di bene e di ricchezza, d'ubertosità sana e fresca e la sempre verde conca adornese che abbiamo sott'occhio, forse il più bel pezzo di Sicilia, n' è prova manifesta ".

 

Antonio Bruno (1919) "Un Poeta di Provincia"


    Dalle alte terrazze della mia casa, vedo il tramonto gettare sulla terra un manto affocato, come lascia se stesso un appassionato che parte.......

    Ma la lingua del fiume (Simeto) è una serpe lucente; le campane di Adernò giungono come un sussurro d'aria a cui risponde la solennità velata di quelle di Licodia, in cospetto dell'ostia d'oro del sole........”.

 

Lineamenti geomorfoligici della Sicilia

 

    A lu tempu di li tempi, a lu tempu chi lu munnu nun' era munnu........

    La Sicilia non era che un grande arcipelago composto da piccole isole: il mare occupava ancora vaste zone ( lacuna mesogiurassica )

    La morfologia del territorio siciliano è il prodotto dell'azione concomitante  di diversi fattori tra cui terremoti, movimenti verticali di sollevamento e abbassamento della crosta terrestre ( epirogenesi ), abbassamento e innalzamento del livello del mare dovuto ad accumulo di sedimenti o a glaciazioni ( eustatismo ), variazioni climatiche.

    In linea generale il paesaggio morfologico siciliano mostra strette analogie con quello appenninico, cui si ricollega geologicamente, in particolar modo per quanto riguarda la fascia settentrionale dell'isola, che costituisce la continuazione della fascia corrugata appenninica.

    Il sistema montuoso di maggiore continuità è quello rappresentato dalla catena settentrionale che si estende da Messina a Trapani per una lunghezza superiore ai 200 chilometri; esso si articola in diversi gruppi montuosi denominati, procedendo da est verso ovest, Peloritani, Nebrodi, Madonie, monti di Trabìa, monti di Palermo, monti di Castellammare del Golfo e di Trapani. Questo allineamento montuoso costituisce lo spartiacque principale dell'Isola, separando i piccoli bacini idrografici del breve versante tirrenico dai maggiori bacini che sfociano nel litorale ionico. La contiguità della fascia corrugata alla costa tirrenica è causa della vistosa dissimmetria nello sviluppo del sistema idrografico del ripido versante settentrionale rispetto all'esteso versante meridionale.

    Nel primo, le valli sono generalmente di lunghezza modesta ed i corsi d'acqua a regime tipicamente torrentizio, nel secondo le valli hanno sviluppo decisamente maggiore e si possono osservare corsi d' acqua di una certa importanza quali il Simeto, il Salso od Imera meridionale ed il Platani. Le relative caratteristiche sono sempre quelle di corsi a regime torrentizio con elevato potere di erosione e di trasporto, che si esplica principalmente nei periodi di piena e quindi di precipitazioni importanti. Il deposito dei materiali grossolani avviene in gran parte allo sbocco nelle pianure alluvionali, anche a notevole distanza dal mare.

Tipico a tale proposito è il Simeto, che, con i suoi principali affluenti fiume Dittaino e Gornalunga, ha determinato la formazione della vasta Piana di Catania mediante il riempimento di un originario golfo mediopleistocenico.

del Prof. Angelo Abbadessa

Prof. Angelo Abbadessa