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Le alterazioni ambientali

    Il bacino idrografico del fiume Simeto è stato sconvolto in questi ultimi decenni da continui interventi antropici che hanno cancellato importanti ambienti naturali e provocato, in generale, un grave degrado dei corsi d' acqua.

    Gli interventi più distruttivi sono stati certamente le opere pubbliche: sistemazioni idrauliche, invasi e derivazioni.

Sistemazioni idrauliche

     Mediante le opere di sistemazione idraulica si intende rettificare, arginare o imbrigliare i corsi d' acqua, al fine di difendere i terreni dalle alluvioni o dalle erosioni di sponda. Ma questi interventi provocano spesso danni gravissimi, quali la drastica riduzione delle capacità di depurazione dei fiumi, la distruzione o l' alterazione, spesso irreversibile, delle biocenosi animali e vegetali del corso d' acqua e l' impoverimento delle falde.

    Molti affluenti del Simeto, per gran parte del loro corso, sono stati trasformati in canali; in alcuni corsi, come in lunghi tratti del Dittaino, le sponde sono state addirittura cementificate. Lo stesso Simeto, nel tratto terminale ( circa trenta chilometri da Ponte la Barca alla foce ) è stato arginato, vi sono stati scaricati ai margini del letto di magra enormi massi lavici o blocchi di cemento e ha avuto raddrizzati o eliminati i meandri che prima presentava.

    Un' altra pesante manomissione il Simeto l' ha subita nel tratto, lungo circa 7 Km, compreso tra l' ex mulino di Aragona e Piano Mandarano a valle di Adrano; qui il fiume è stato arginato mediante blocchi di calcestruzzo. L' alveo, artificialmente livellato e ristretto, è divenuto ecologicamente molto povero e persino incapace di accogliere la vegetazione arborea in stridente contrasto con il tratto a monte della sistemazione idraulica, pullulante di vita e bordato da estesi boschi. Inoltre le opere tese ad evitare i processi erosivi lungo le sponde dei corsi d' acqua, indirettamente,riducendo la quantità di sedimenti trasportata in mare, favoriscono il processo di erosione delle coste marine.

    Salvo casi particolari, si dovrebbe evitare di ricorrere alle opere di sistemazione idraulica e si dovrebbe puntare piuttosto ad intervenire con rimboschimenti oculati, con la realizzazione di pascoli permanenti razionalmente gestiti, con l' individuazione di misure atte a favorire il potenziamento della vegetazione ripale.

 

Invasi e derivazioni

 

    I grandi invasi esistenti sul bacino del Simeto sono, in ordine di capacità, Pozzillo sul fiume Salso, Ogliastro sul fiume Gornalunga, Ancipa sul fiume Troina e Nicoletti sul torrente Bozzetta. Di recente è stato realizzato l' invaso di Sciaguana ed è in costruzione l' invaso Pietrarossa. Queste opere sono state dettate dalla necessità di utilizzare le acque per approvvigionamento idrico, civile, agricolo e industriale.    Il serbatoio dell' Ancipa, ad esempio, ha una capacità utile di Mm/c 28 e regola, oltre ai deflussi del bacino diretto del Troina, quelli dei bacini del torrente S. Elia e Cutò, allacciati mediante canali di gronda. Le acque raccolte nell' invaso sono destinate in parte ad alimentare l' acquedotto potabile dell' Ancipa a servizio di numerosi comuni della provincia di Enna e in parte sono utilizzate a scopo idroelettrico ( centrali di Troina e Grottafumata ) e irriguo.

    Il serbatoio di Pozzillo, con una capacità iniziale di 140 Mm/c ( oggi circa 20 Mm/c sono perduti a causa dell' interramento ) è destinato prioritariamente ad uso irriguo. Le acque uscendo dallo sbarramento vengono utilizzate dalla centrale idroelettrica di Regalbuto.

    Sull' asta del Simeto esistono inoltre delle traverse, tra esse, degne di nota, sono quelle di Santa Domenica e Contrasto nei pressi di Adrano e di Ponte la Barca nei pressi di Paternò.

    Le acque del Simeto derivate dalla traversa di S. Domenica, unitamente a quelle scaricate dalle centrali di Grottafumata ( Ancipa ) e di Regalbuto ( Pozzillo ), vengono convogliate in una vasca di carico ( vasca Margi ) sotto Adrano e da questa, attraverso una condotta forzata, alla centrale del Contrasto.

    Con le acque raccolte dalla traversa del Contrasto ( acque fluenti del Simeto e acque scaricate dalla centrale del Contrasto ) vengono alimentate due centrali idroelettriche: Paternò e Ponte Barca.

    Le acque turbinate da questo sistema di sei centrali idroelettriche (Troina, Grottafumata, Regalbuto, Contrasto, Paternò, Barca ), nel periodo estivo, vengono utilizzate a scopo irriguo; nel periodo invernale, circa 2 m/c al s. sono state destinate all' approvvigionamento dell' area industriale di Siracusa.

    Invasi e grandi derivazioni hanno ridotto le portate dei corsi d' acqua del bacino del Simeto a valori così bassi da non essere mai stati riscontrati nel recente passato. Soprattutto nel periodo estivo la situazione viene aggravata da una miriade di derivazioni abusive che superano di molte volte quelle assentite e che finiscono spesso col disseccare persino le ultime pozze rimaste negli alvei dei corsi d' acqua.

   Le conseguenze sulla fauna legata alla presenza permanente di acqua sono facilmente immaginabili in quanto tutte le specie che non sono indipendenti dall' acqua durante questi periodi sono destinati inesorabilmente a scomparire.

    Ancora, tra gli  squilibri più evidenti legati alla costruzione dei bacini artificiali e all'imbrigliamento del flusso dell' acqua c'è la riduzione del trasporto solido del fiume con le ripercussioni sul litorale sabbioso del golfo di Catania che retrocede a causa del processo di erosione delle coste marine sabbiose.

 

L'inquinamento delle acque

 

L'inquinamento dei fiumi, con l'alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque, determina profonde alterazioni agli ecosistemi acquatici. L' entità di tali alterazioni dipende sia dal carico inquinante delle immissioni sia dalla portata del corso d' acqua e dalla sua capacità autodepurativa. Quest' ultima dipende da molti fattori quali la stessa portata e quindi la diluizione degli agenti inquinanti, l' ossigenazione delle acque e la presenza di organismi animali e vegetali capaci di metabolizzare gli scarichi.

    Lungo il corso del fiume Simeto e dei suoi affluenti vengono riversate notevoli quantità di acque di fogna. La maggior parte di questi scarichi non è depurato e determina, soprattutto in corrispondenza dell' immissione nel corso d' acqua, un notevole e talvolta evidente inquinamento delle acque.

   Come si rileva dalla tab.      la situazione degli impianti di depurazione nel bacino del Simeto è drammatica e, purtroppo, estesa a tutta la Sicilia: gli impianti funzionanti a norma di legge costituiscono l' eccezione. Sono invece abbastanza frequenti gli impianti realizzati e lasciati in abbandono.

   Altra fonte di inquinamento è costituita dalle acque di dilavamento dei terreni agricoli, soprattutto di agrumeti ed orti, nei quali vengono utilizzati fertilizzanti, pesticidi ed erbicidi.

    La mancanza di impermeabilizzazione del fondo delle discariche abusive e di quelle autorizzate ma non a norma di legge e l' assenza di opere di canalizzazione delle acque meteoriche, possono determinare un cospicuo inquinamento soprattutto quando le discariche sono poste in vicinanza del corso d' acqua.

    Anche le attività zootecniche e lo stesso pascolo, quest' ultimo presente anche nelle parti alte del bacino, possono determinare un inquinamento delle acque tutt' altro che trascurabile.

    Fortunatamente nel bacino del Simeto non esistono grossi insediamenti industriali per cui l'inquinamento delle acque è in massima parte di tipo organico.

    Lungo il corso del Simeto gli scarichi maggiori provengono dagli abitati di Bronte, Adrano, Biancavilla, S. Maria di Licodia e Paternò.

    Il bacino idrografico del Simeto non si è purtroppo sottratto al crescente processo di consumo del suolo che interessa ormai la maggior parte d' Italia. Il territorio è stato innanzitutto parcellizzato da un reticolo di strade. Un' edificazione diffusa ha impermeabilizzato gran parte del territorio stravolgendone la fisionomia. Gli incendi, che puntualmente scoppiano ogni estate, contribuiscono alla riduzione delle superfici boscate. Molti scaricano lungo fiumi e torrenti ogni cosa: mobili, scarti edilizi, autoveicoli, carcasse di animali, contenitori di prodotti chimici, ecc...

    Un' altra tipologia di interventi, che si riscontra purtroppo frequentemente lungo le aste fluviali del bacino del Simeto è costituita dalle escavazioni in alveo. Queste vengono realizzate essenzialmente per prelevare i depositi fluviali da utilizzare come suolo agricolo.

    Oltre che per asportare materiali, gli alvei dei corsi d' acqua vengono manomessi per derivare durante il periodo estivo le acque a fini agricoli. Si realizzano così, mediante l' impiego di mezzi meccanici, buche,piccole traverse, piste che sconvolgono l' alveo, distruggono la vegetazione e determinano la scomparsa della fauna acquatica.

  

Conclusioni

 

    Il lavoro realizzato ha raccolto ed ha elaborato notizie e informazioni ricavate da varie fonti, dandone una interpretazione coerente e storicamente attendibile, al fine di fornire una organica conoscenza del fiume Simeto.

    Sia le fantasiose immagini tramandateci dalla mitologia, sia le notizie storiche fanno riferimento alle acque del fiume collocandole in una dimensione di assoluta e imprescindibile dinamica esistenziale e considerandole sostenitrici e dispensatrici di tutte le forme di vita naturale e principalmente dell'uomo che, in questo sito, da sempre, ha cercato e trovato le condizioni per condurre una vita confortevole. 

    La descrizione della situazione attuale del fiume, se confrontata con quella delineata dai poeti e dagli scrittori del passato, porta sul banco degli imputati l'uomo moderno, che in poco tempo ha stravolto quello che la natura aveva costruito in milioni di anni

    Se il continuo e travolgente ciclo dell'acqua potesse consentire che qualche sua molecola, che aveva percorso il fiume migliaia di anni addietro, coinvolta nel turbinio delle combinazioni e delle casualità, dovesse nuovamente rifare il percorso, sicuramente stenterebbe a riconoscere il luogo, trovandosi improvvisamente prigioniera in un invaso in attesa di essere immessa magari in una condotta forzata destinata a contribuire a far girare un turbina ed essere esposta al rischio di essere successivamente aggredita e contaminata da altri agenti e fattori inquinanti sconosciuti.

    Certamente sarebbe stato meglio per essa non ricadere nel luogo dove, al tempo lontano del suo primo passaggio, la natura aveva segnato, con le sue regole, il corso sereno ed esaltante; sarebbe stato meglio conservare il ricordo di un ambiente incontaminato dove la fauna, la flora e l'uomo coesistevano in un armonioso equilibrio.

    In contrasto con la tendenza dell'uomo moderno che si muove sfrenatamente verso la manipolazione e la trasformazione del territorio, modificando ciò che la natura ha costruito, sarebbe bello, anche per un momento, ritornare al tempo dei miti e ripensare il Simeto come un essere vivente che ha per membra i rami degli alberi che ancora affiancano l'alveo ormai povero d'acqua; utilizza le rocce, su cui scorre, come ossa per la sua struttura corporea; trae dall'acqua, che lo alimenta, la linfa vitale che gli assicura la vita; assume dal pungente vento di tramontana l'alito che lo fa respirare.

    Anche se spogliato, devastato, violentato, questo nobile fiume mantiene ancora oggi un ruolo fondamentale nel rapporto con l'umana civiltà, come testimonianza di un glorioso passato e come monito per la corretta costruzione di un futuro di progresso.

     Continua a vivere, quindi, Simeto, con tanti auguri!

 

                                                Il preside

                                   (prof. Angelo Abbadessa)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia:

 

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del Prof. Angelo Abbadessa

Prof. Angelo Abbadessa