Simeto - 6 -
Simeto - 1 | Simeto - 2 | Simeto -3 | Simeto - 4 | Simeto -5 | Simeto - 6 |
Le alterazioni
ambientali
Il bacino idrografico del fiume Simeto è stato
sconvolto in questi ultimi decenni da continui
interventi antropici che hanno cancellato importanti
ambienti naturali e provocato, in generale, un grave
degrado dei corsi d' acqua.
Gli interventi più distruttivi sono stati certamente
le opere pubbliche: sistemazioni idrauliche, invasi
e derivazioni.
Sistemazioni
idrauliche
Molti affluenti del Simeto, per gran parte del loro
corso, sono stati trasformati in canali; in alcuni
corsi, come in lunghi tratti del Dittaino, le sponde
sono state addirittura cementificate. Lo stesso
Simeto, nel tratto terminale ( circa trenta
chilometri da Ponte
Un' altra pesante manomissione il Simeto l' ha
subita nel tratto, lungo circa
Salvo casi particolari, si dovrebbe evitare di
ricorrere alle opere di sistemazione idraulica e si
dovrebbe puntare piuttosto ad intervenire con
rimboschimenti oculati, con la realizzazione di
pascoli permanenti razionalmente gestiti, con l'
individuazione di misure atte a favorire il
potenziamento della vegetazione ripale.
Invasi e
derivazioni
I grandi invasi esistenti sul bacino del Simeto
sono, in ordine di capacità, Pozzillo sul fiume
Salso, Ogliastro sul fiume Gornalunga, Ancipa sul
fiume Troina e Nicoletti sul torrente Bozzetta. Di
recente è stato realizzato l' invaso di Sciaguana ed
è in costruzione l' invaso Pietrarossa. Queste opere
sono state dettate dalla necessità di utilizzare le
acque per approvvigionamento idrico, civile,
agricolo e industriale.
Il serbatoio dell' Ancipa, ad esempio, ha una
capacità utile di Mm/c 28 e regola, oltre ai
deflussi del bacino diretto del Troina, quelli dei
bacini del torrente S. Elia e Cutò, allacciati
mediante canali di gronda. Le acque raccolte nell'
invaso sono destinate in parte ad alimentare l'
acquedotto potabile dell' Ancipa a servizio di
numerosi comuni della provincia di Enna e in parte
sono utilizzate a scopo idroelettrico ( centrali di
Troina e Grottafumata ) e irriguo.
Il serbatoio di Pozzillo, con una capacità iniziale
di 140 Mm/c ( oggi circa 20 Mm/c sono perduti a
causa dell' interramento ) è destinato
prioritariamente ad uso irriguo. Le acque uscendo
dallo sbarramento vengono utilizzate dalla centrale
idroelettrica di Regalbuto.
Sull' asta del Simeto esistono inoltre delle
traverse, tra esse, degne di nota, sono quelle di
Santa Domenica e Contrasto nei pressi di Adrano e di
Ponte
Le acque del Simeto derivate dalla traversa di S.
Domenica, unitamente a quelle scaricate dalle
centrali di Grottafumata ( Ancipa ) e di Regalbuto (
Pozzillo ), vengono convogliate in una vasca di
carico ( vasca Margi ) sotto Adrano e da questa,
attraverso una condotta forzata, alla centrale del
Contrasto.
Con le acque raccolte dalla traversa del Contrasto (
acque fluenti del Simeto e acque scaricate dalla
centrale del Contrasto ) vengono alimentate due
centrali idroelettriche: Paternò e Ponte Barca.
Le acque turbinate da questo sistema di sei centrali
idroelettriche (Troina, Grottafumata, Regalbuto,
Contrasto, Paternò, Barca ), nel periodo estivo,
vengono utilizzate a scopo irriguo; nel periodo
invernale, circa 2 m/c al s. sono state destinate
all' approvvigionamento dell' area industriale di
Siracusa.
Invasi e grandi derivazioni hanno ridotto le portate
dei corsi d' acqua del bacino del Simeto a valori
così bassi da non essere mai stati riscontrati nel
recente passato. Soprattutto nel periodo estivo la
situazione viene aggravata da una miriade di
derivazioni abusive che superano di molte volte
quelle assentite e che finiscono spesso col
disseccare persino le ultime pozze rimaste negli
alvei dei corsi d' acqua.
Le
conseguenze sulla fauna legata alla presenza
permanente di acqua sono facilmente immaginabili in
quanto tutte le specie che non sono indipendenti
dall' acqua durante questi periodi sono destinati
inesorabilmente a scomparire.
Ancora, tra gli squilibri più
evidenti legati alla costruzione dei bacini
artificiali e all'imbrigliamento del flusso dell'
acqua c'è la riduzione del trasporto solido del
fiume con le ripercussioni sul litorale sabbioso del
golfo di Catania che retrocede a causa del processo
di erosione delle coste marine sabbiose.
L'inquinamento
delle acque
L'inquinamento dei fiumi, con
l'alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche
delle acque, determina profonde alterazioni agli
ecosistemi acquatici. L' entità di tali alterazioni
dipende sia dal carico inquinante delle immissioni
sia dalla portata del corso d' acqua e dalla sua
capacità autodepurativa. Quest' ultima dipende da
molti fattori quali la stessa portata e quindi la
diluizione degli agenti inquinanti, l' ossigenazione
delle acque e la presenza di organismi animali e
vegetali capaci di metabolizzare gli scarichi.
Lungo il corso del fiume Simeto e dei suoi affluenti
vengono riversate notevoli quantità di acque di
fogna. La maggior parte di questi scarichi non è
depurato e determina, soprattutto in corrispondenza
dell' immissione nel corso d' acqua, un notevole e
talvolta evidente inquinamento delle acque.
Come
si rileva dalla tab.
la situazione degli impianti di depurazione
nel bacino del Simeto è drammatica e, purtroppo,
estesa a tutta
Altra
fonte di inquinamento è costituita dalle acque di
dilavamento dei terreni agricoli, soprattutto di
agrumeti ed orti, nei quali vengono utilizzati
fertilizzanti, pesticidi ed erbicidi.
La mancanza di impermeabilizzazione del fondo delle
discariche abusive e di quelle autorizzate ma non a
norma di legge e l' assenza di opere di
canalizzazione delle acque meteoriche, possono
determinare un cospicuo inquinamento soprattutto
quando le discariche sono poste in vicinanza del
corso d' acqua.
Anche le attività zootecniche e lo stesso pascolo,
quest' ultimo presente anche nelle parti alte del
bacino, possono determinare un inquinamento delle
acque tutt' altro che trascurabile.
Fortunatamente nel bacino del Simeto non esistono
grossi insediamenti industriali per cui
l'inquinamento delle acque è in massima parte di
tipo organico.
Lungo il corso del Simeto gli scarichi maggiori
provengono dagli abitati di Bronte, Adrano,
Biancavilla, S. Maria di Licodia e Paternò.
Il bacino idrografico del Simeto non si è purtroppo
sottratto al crescente processo di consumo del suolo
che interessa ormai la maggior parte d' Italia. Il
territorio è stato innanzitutto parcellizzato da un
reticolo di strade. Un' edificazione diffusa ha
impermeabilizzato gran parte del territorio
stravolgendone la fisionomia. Gli incendi, che
puntualmente scoppiano ogni estate, contribuiscono
alla riduzione delle superfici boscate. Molti
scaricano lungo fiumi e torrenti ogni cosa: mobili,
scarti edilizi, autoveicoli, carcasse di animali,
contenitori di prodotti chimici, ecc...
Un' altra tipologia di interventi, che si riscontra
purtroppo frequentemente lungo le aste fluviali del
bacino del Simeto è costituita dalle escavazioni in
alveo. Queste vengono realizzate essenzialmente per
prelevare i depositi fluviali da utilizzare come
suolo agricolo.
Oltre che per asportare materiali, gli alvei dei
corsi d' acqua vengono manomessi per derivare
durante il periodo estivo le acque a fini agricoli.
Si realizzano così, mediante l' impiego di mezzi
meccanici, buche,piccole traverse, piste che
sconvolgono l' alveo, distruggono la vegetazione e
determinano la scomparsa della fauna acquatica.
Conclusioni
Il lavoro realizzato ha raccolto ed ha
elaborato notizie e informazioni ricavate da varie
fonti, dandone una interpretazione coerente e
storicamente attendibile, al fine di fornire una
organica conoscenza del fiume Simeto.
Sia le fantasiose immagini tramandateci dalla
mitologia, sia le notizie storiche fanno riferimento
alle acque del fiume collocandole in una dimensione
di assoluta e imprescindibile dinamica esistenziale
e considerandole sostenitrici e dispensatrici di
tutte le forme di vita naturale e principalmente
dell'uomo che, in questo sito, da sempre, ha cercato
e trovato le condizioni per condurre una vita
confortevole.
La descrizione della situazione attuale del
fiume, se confrontata con quella delineata dai poeti
e dagli scrittori del passato, porta sul banco degli
imputati l'uomo moderno, che in poco tempo ha
stravolto quello che la natura aveva costruito in
milioni di anni
Se il continuo e travolgente ciclo dell'acqua
potesse consentire che qualche sua molecola, che
aveva percorso il fiume migliaia di anni addietro,
coinvolta nel turbinio delle combinazioni e delle
casualità, dovesse nuovamente rifare il percorso,
sicuramente stenterebbe a riconoscere il luogo,
trovandosi improvvisamente prigioniera in un invaso
in attesa di essere immessa magari in una condotta
forzata destinata a contribuire a far girare un
turbina ed essere esposta al rischio di essere
successivamente aggredita e contaminata da altri
agenti e fattori inquinanti sconosciuti.
Certamente sarebbe stato meglio per essa non
ricadere nel luogo dove, al tempo lontano del suo
primo passaggio, la natura aveva segnato, con le sue
regole, il corso sereno ed esaltante; sarebbe stato
meglio conservare il ricordo di un ambiente
incontaminato dove la fauna, la flora e l'uomo
coesistevano in un armonioso equilibrio.
In contrasto con la tendenza dell'uomo
moderno che si muove sfrenatamente verso la
manipolazione e la trasformazione del territorio,
modificando ciò che la natura ha costruito, sarebbe
bello, anche per un momento, ritornare al tempo dei
miti e ripensare il Simeto come un essere vivente
che ha per membra i rami degli alberi che ancora
affiancano l'alveo ormai povero d'acqua; utilizza le
rocce, su cui scorre, come ossa per la sua struttura
corporea; trae dall'acqua, che lo alimenta, la linfa
vitale che gli assicura la vita; assume dal pungente
vento di tramontana l'alito che lo fa respirare.
Anche se spogliato, devastato, violentato,
questo nobile fiume mantiene ancora oggi un ruolo
fondamentale nel rapporto con l'umana civiltà, come
testimonianza di un glorioso passato e come monito
per la corretta costruzione di un futuro di
progresso.
Continua a vivere, quindi, Simeto, con tanti
auguri!
Il preside
(prof. Angelo Abbadessa)
Bibliografia:
Virgilio
“Eneide” – libro IX
Ovidio
“Metamorfosi” – XIII vv. 879
Orazio
“Libro IV – Epigrammi
Plino il Vecchio
“Historia Narutalis” L XXXVII
“
“
“
“
V 108
Cicerone
“Le Verrine” – “De Frumento”
Al Idrisi
“Il Libro di Ruggero” – anno 1154 –
Rocco Pirro
“Sicilia Sacra” – anno 1554 –
P. Onorato Colonna
“Adrano Redivivo” – anni 1738 –
G. Recupero
“Storia Narurale e Generale dell’Etna (1815)
G. Sangiorgio Mazza
“Storia di Adernò” – anno 1820 –
Borquelot E. Reclus
“
A. Paternò Castello
“Nicosia, Troina Sperlinga, Adernò” (1907)
S. Petronio Russo
“Illustruzazione Storica Archeologica di Adernò” –
anno 1910 –
“
“
“Sul sito del Casale Antanasteri in Adernò”
D. Sangiorgio Gualtieri
“Sunto Storico di Adernò” – anno 1921 –
Paolo Orsi
“Taccuino e Appunti” – 1898 – 1908 – 1909 –
“ “
“
G. Libertini
“Adranon” – 1932 –
S. Franco
“Preistoria, Protostoria, Storia antica di Adrano
“
“Pubblicazioni Archivio Storico Castello Norm.
S. Ronsisvalle
“Adrano nella Storia” – anno 1995 –
Sac. G. Sidoti
“Notizie dall’Archivio Parr. Chiesa Madre”
Massimo Cultraro
“Relazione .sulla Valle del Simeto”
L. Ognibene, R. Colto, V.
Ferrara “Carta della Montagna”
A. Grande, M. Neri
“Casi di interferenza morfologica per sbarramento
lavico tra l’edificio etneo e il fiume Simeto
Aurelio Aureli
“Piano Generale di Bonifica”
Lega ambiente
“Il Simeto, guida alla tutela del maggiore fiume
siciliano”